Economia - pubblicata il 04 Giugno 2017
Fonte:ufficio stampa Coldiretti
” La politica intervenga ed i cittadini siano informati. Non possiamo mangiare prodotti al gliphosate e se la prendono con i nostri vigneti”. Walter Feltrin, presidente di Coldiretti
Treviso è incredulo su come stia montando da una parte un problema strumentalizzato dai più e dall’altra tutti sono in balia della propria ignoranza indotta da chi “se ne frega” della trasparenza
agroalimentare.
“L’accordo CETA è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza
e delle ricadute sanitarie e ambientali – sottolinea Feltrin in riferimento al Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), firmato tra l’Unione
europea e il Canada nell’ottobre 2016 che nelle prossime settimane sara’ all’esame anche del Parlamento italiano – Spero che i nostri parlamentari trevigiani se lo siano letto bene e che
sappiamo i metodi di coltivazione in Canada”.
L’appello ai parlamentari trevigiani spinge in una direzione: “Nei trattati va riservata all’agroalimentare una specificità che tuteli la distintività della produzione e possa garantire la
tutela della salute, la protezione dell’ambiente e della libertà di scelta dei consumatori – aggiunge Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – Il Ceta uccide il grano
duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale i dazi per l’importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta,
vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Oltre la metà del grano importato dall’Italia arriva proprio dal Canada dove le lobby in vista dell’accordo CETA sono già al lavoro contro
l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per la pasta previsto per decreto e trasmesso all’Unione Europea, trovando purtroppo terreno fertile anche in qui da
noi”.
E le polemiche sui nostri vigneti? “Al di là che i trattamenti di oggi sono acqua di rose in confronto a 20 anni fa dimostrando che sono gli stessi agricoltori a creare qui da noi un modello di
agricoltura sostenibile – conclude Feltrin – C’è da chiedere a tanti cittadini, specie a quelli che strumentalizzano oggi e si candidano domani, gli stessi che hanno invaso con le loro case
le aree rurali se non considerano che il settore primario abbia più diritto di loro di stare in campagna?. Ai comuni chiedo se sanno che esiste un Ministero della sanità. Lo dico perché prendere
decisioni sostituendosi ad esso sembra quasi che si speri di inondare il territorio di vitigni ogm resistenti anche al buon senso”.