Economia - pubblicata il 30 Gennaio 2024
Fonte: ufficio stampa Confartigianato Imprese Belluno
Dal 1° marzo 2024, la percentuale di ritenuta operata dalle banche e dalle Poste sui bonifici parlanti che danno diritto alle agevolazioni fiscali nel settore edilizio passerà dall’8% all’11%. Una decisione che avrà impatti sostanziali sia per le imprese coinvolte che per le casse dello Stato. È importante notare che nel corso degli anni, la percentuale di ritenuta ha subito varie modifiche legislative. Introdotto al 10% nel 2010, è stato successivamente ridotto al 4% nel 2011, per poi stabilizzarsi all’8% nel 2015, rimanendo invariato fino ad oggi. La ritenuta rappresenta un acconto dell’imposta sui redditi, applicato al momento dell’accredito dei pagamenti effettuati dai cittadini ai loro fornitori.
Abbiamo provato in tutti i modi ad evitare questo incremento – afferma Zatta – che, purtroppo, avrà conseguenze rilevanti, specialmente per quanto riguarda il blocco delle cessioni dei crediti d’imposta. Gli imprenditori potrebbero trovarsi in difficoltà se non dispongono di una capacità fiscale sufficiente per utilizzare personalmente il credito in compensazione. Saranno soggetti alla ritenuta al momento del pagamento del fornitore, impedendo loro di usufruire successivamente dell’agevolazione fiscale e causando un serio danno alla liquidità dell’impresa.
Per valutare appieno l’entità di questa disposizione, è utile osservare che, in base ai dati relativi alle ritenute nel 2022 che, in Italia, hanno superato i 3,6 miliardi di euro, è possibile stimare per la nostra Provincia un valore complessivo, per il 2024, di circa 22 milioni di euro. Con un aumento di 6 milioni rispetto agli anni precedenti dovuti all’incremento dell’aliquota.
E’ una certezza – prosegue il Presidente – che i bonus fiscali per lavori in edilizia abbiano rappresentato una leva formidabile permettendo alle famiglie e alle imprese di migliorare il patrimonio immobiliare, con un beneficio all’economia e accrescendo l’impegno sul fronte della riqualificazione urbana, della decarbonizzazione e dell’accessibilità. Un percorso che deve proseguire con la definizione di strategie e di misure stabili per garantire l’effettiva programmazione e implementazione di un Piano di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano in linea con gli obiettivi della nuova Direttiva Casa. Di certo – conclude – il no ad una mini proroga per il 110%, il ridimensionamento del bonus ‘barriere architettoniche’, con lo stop alla sua cessione, e l’aumento della ritenuta sono provvedimenti che di certo non vanno in questa direzione.