Confarigianato Marca Trevigiana: Decreto ‘Cura Italia’ è prima risposta che apprezziamo.

La liquidità delle MPI sia priorità Di Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana


Economia - pubblicata il 19 Marzo 2020


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Fonte: ufficio stampa Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

“Un primo step importante a cui ne dovranno necessariamente seguire altri. Siamo di fronte ad una vera e propria manovra economica in cui sono state recepite una parte delle nostre richieste tra
le quali: la sospensione e la proroga di versamenti e adempimenti e le misure di tutela del lavoro. La sospensione, per le
piccole imprese sotto i 2 mln di ricavi, dei versamenti di ritenute, IVA, contributi Inps e premi Inail in scadenza fino al 31 marzo; il rinvio degli adempimenti tributari scadenti entro il 31
maggio 2020; la moratoria dei mutui in essere fino al 30 settembre 2020; la copertura delle sospensioni dal lavoro con forme di deroga di cassa integrazione per tutti dipendenti, rifinanziamento
Fondo Centrale Garanzia con la possibilità di estendere la garanzia dal 50 all’80%. Stimiamo inoltre che, ad oggi, 550 ditte artigiane trevigiane (delle 2.300 venete) abbiano fatto richiesta di
ammortizzatori per quasi 2.200 dipendenti (10 mila veneti)- I settori che ne hanno fatto richiesta immediata sono: benessere, orafi, odontotecnici, carrozzieri, autoriparatori, alimentaristi ,
pasticceri e in misura per ora più limitata tessile e meccanica.
Resta però ancora molto da fare per autonomi e imprenditori. A partire dal rinvio dei versamenti del 16 aprile perché è facile prevedere che saremo ancora in grave stato di necessità”.
Il Presidente di Confartigianato Imprese Marca trevigiana Vendemiano Sartor commenta così il Decreto
Legge ‘Cura Italia’ varato ieri da Governo sottolineando però che “siamo di fronte ancora a una bozza e l’esperienza insegna che spesso nei dettagli si nascondono sorprese. Attendiamo quindi la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.

“L’impatto economico dell’emergenza coronavirus sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo – sostiene Sartor – e saranno necessarie ulteriori misure per venire in
aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Apprezziamo –prosegue– il metodo che ci è stato anticipato una
settimana fa dal sottosegretario Baretta, e che il Governo sta mantenendo, di procedere a step che tengano conto delle avvenute novità nella situazione sanitaria ed economica. Dopo queste prime
misure ci aspettiamo quindi venga varata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle
imprese e a rilanciarne l’attività. E per farlo davvero abbiamo bisogno di una azione corale che dal Governo e le regioni coinvolga l’Europa anche attraverso un significativo investimento pubblico
in infrastrutture (sbloccando le risorse nazionali ad oggi ferme) che possa supplire alla minore capacità economia delle imprese per effetto della crisi. Debbono essere privilegiate opere che oltre
a rendere più competitivo il sistema economico possano migliorare l’ambiente.

“Il Decreto – spiega ancora il Presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – recepisce una parte importante delle sollecitazioni di Confartigianato. Ora sollecitiamo la
soluzione del problema della miriade di adempimenti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione: chiediamo siano tutti prorogati con una norma “ombrello”.

“Siamo imprenditori e quindi propositivi per natura –conclude Sartor-. La situazione è straordinariamente difficile e richiamiamo l’attenzione su soluzioni che forniscano liquidità
alle imprese, soprattutto nella fascia fino ai 50.000 euro che rischia di restare scoperta, sostenuta opportunamente anche da un contributo a fondo perduto. Bisognerà inoltre
trovare soluzioni che salvaguardino la classe di merito creditizio delle imprese, e norme che permettano di erogarecredito in maniera straordinaria rispetto alle attuali direttive delle BCE e
della Banca d’Italia.”

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