Il progetto BRIS IT, Business Registers Interconnection System, è stato cofinanziato dalla commissione europea nell’ambito del programma CEF Telecom, proprio per facilitare questo adempimento normativo. In questo ambito, l’Unioncamere ha ricevuto un cofinanziamento, insieme a InfoCamere, per la realizzazione delle attività relative all’interconnessione del registro delle imprese italiano con la piattaforma e-justice.
L’obiettivo del progetto è lo sviluppo e l’implementazione delle funzionalità necessarie alla interconnessione dei Registri delle Imprese, adempiendo così alla Direttiva 2012/17/EU del 13 Giugno 2012. Il progetto ha avuto una durata di 22 mesi, durante i quali sono state realizzate le attività relative al:
- Project management e alla cura e gestione dei rapporti con la Commissione e il Ministero dello sviluppo economico;
- Analisi specifiche di interfaccia e di scambio dei dati per il sistema europeo ed elaborare l’architettura Web italiana;
- Definizione, implementazione e integrazione della piattaforma e test pilota di interconnessione;
- Disseminazione, formazione e supporto alle Camere.
Il BRIS è operativo dall’8 giugno 2017 e, prima, sono state svolte diverse attività di formazione e disseminazione alle Camere, in particolare, agli uffici registro imprese, direttamente.
Il sistema BRIS, una volta a regime:
- garantirà l’accesso a livello dell’UE alle informazioni sulle società registrate negli Stati membri;
- renderà possibile, per la prima volta, la comunicazione elettronica tra tutti i registri delle imprese di tutta l’UE, i quali potranno scambiarsi informazioni sulle succursali estere e sulle fusioni transfrontaliere di società.
Grazie al BRIS, i cittadini, le imprese e le autorità nazionali potranno cercare, attraverso il portale europe o della giustizia elettronica “e-justice”, informazioni depositate dalle società nei registri nazionali. Inoltre, il nuovo sistema migliorerà la comunicazione tra i registri, consentendo loro di scambiarsi informazioni attendibili sulle società.
A seguito dell’adempimento comunitario, infatti, tutte le società di capitali con sede legale in uno dei Paesi appartenenti all’Unione europea (inclusi Islanda e Norvegia, paesi dello spazio economico europeo, ampliando quindi il territorio e le società interessate), aventi succursali (sedi secondarie) in Italia, oppure derivanti da fusione transfrontaliera a cui abbia partecipato almeno una società avente sede legale in Italia, devono indicare rispettivamente: lo Stato, il Registro di iscrizione e il numero di iscrizione relativi alla propria sede legale, in modo da determinarne l’Identificativo Unico Europeo (EUID) dell’impresa ai sensi della citata direttiva europea. Ciò facilita lo scambio di informazioni tra registri e la trasparenza.
L’Italia è stata tra i 10 paesi collegati sin dall’inizio, con Danimarca, Germania, Grecia, Croazia, Cipro, Polonia, Slovenia, Svezia, Norvegia. Gli altri Paesi si sono connessi progressivamente al sistema. Dalla data di operatività del nuovo sistema e cioè dall’8 giugno 2017, sono state effettuate, attraverso il sistema BRIS, delle comunicazioni tra Registri italiani e altri Registri europei.
Non mi dilungo oltre, anzi mi scuso se ho “invaso” gli interventi dei relatori che seguiranno, ma ritengo utile rimarcare il ruolo del sistema camerale in questo importante progetto.
Ringrazio ancora tutti i relatori e i numerosi partecipanti, mi risulta anche in collegamento, e vi auguro buona lavoro.