Economia - pubblicata il 31 Agosto 2021
Fonte: ufficio stampa
Confartigianato Imprese Marca Trevigiana
La bolletta elettrica delle piccole imprese è la più cara d’Europa.
Il caro-energia riguarda più in generale la fascia di consumi fino a 500mila kWh che comprende tutte le micro e piccole imprese e vede l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per il
prezzo più alto dell’elettricità, con un maggiore costo del 9,3% rispetto alla media Ue.
A gonfiare il prezzo finale dell’energia per le nostre piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20mila kWh, sono
maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona.
Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori: ancora una volta le più penalizzate sono le piccole imprese
in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta
elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%.
In pratica – evidenzia Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi.
Uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Il Decreto Sostegno bis ha avviato una riduzione degli oneri
generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese. Attendiamo di vederne gli effetti per far calare il costo dell’energia che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli
sforzi per agganciare la ripresa. In ogni caso, il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli
oneri tra le diverse dimensioni d’azienda, dall’altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale.