(Roma, 30 Marzo 2022) – Crescita internazionale e perfezionamento qualitativo dei buyer, ulteriore riduzione selettiva di wine lover in fiera, maggior diffusione degli strumenti
online in favore del b2b, miglior adeguamento dei servizi logistici della città che resta – a detta degli espositori – valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione. È una sorta di piano
industriale a tutto business quello che Vinitaly si appresta a varare in parte già dalla prossima edizione; una svolta “pro” dell’evento clou del vino Italiano generata anche dall’ascolto
di centinaia di imprese espositrici messa a punto in 2 anni di lavoro dal management della Spa scaligera con la consulenza di Roland Berger.
Lo stop forzato ci ha permesso di inquadrare nel migliore dei modi lo scenario evolutivo di Vinitaly – ha detto il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni
Mantovani -. Lo abbiamo voluto fare anche attraverso la condivisione e l’ascolto dei nostri partner storici: le aziende, i consorzi e le organizzazioni del settore. Il risultato, dopo
il test della Special edition di Ottobre scorso, è un giro di boa – ha proseguito Mantovani – che avvieremo tra 10 giorni e completeremo nel biennio successivo, con un
Vinitaly fortemente rafforzato nelle aree a maggior tasso di sviluppo potenziale. Secondo l’indagine commissionata, tra i principali punti di forza della manifestazione – conclude il
Direttore Generale – emerge quello relativo alla presenza di buyer esteri (76%) e nazionali (53%).
Tra le priorità indicate nel piano annunciato oggi a Roma in occasione della conferenza stampa del 54° Vinitaly (10-13 Aprile 2022), al primo posto è la crescita internazionale
della manifestazione in ottica di espositori esteri, a cui sarà dedicato per ogni edizione uno “special show” tematico focalizzato su specifiche aree produttive o tipologie di prodotto a partire
dal 2023. Una scelta questa funzionale all’incoming, con un ancora maggiore affinamento qualitativo dei buyer provenienti in particolare dalle aree Asiatiche e Nordamericane, le più richieste
dalle aziende. Sempre in chiave di presenza globale – con Veronafiere già impegnata in 17 eventi oltreconfine l’anno -, sarà inoltre notevolmente rafforzato il programma della
Vinitaly Academy, con un aumento delle adesioni sia sui mercati emergenti che di sbocco. Ma il b2b dovrà passare maggiormente sui canali digitali già predisposti da Veronafiere e
ancora poco sfruttati; da qui l’obiettivo di collegare attraverso la piattaforma unica di Vinitaly plus i progetti di business online extra evento. Al matching virtuale si aggiungerà
quello fisico, con l’organizzazione di eventi espositivi e attività di incoming locali in Italia di concerto con le Regioni coinvolte.
Capitolo importante sarà poi l’ulteriore riqualificazione delle infrastrutture interne ma soprattutto il miglioramento – a cura del territorio – della logistica e dei servizi della città, a
partire dalla realizzazione del collegamento diretto fierastazione dell’Alta velocità. Un alleggerimento dei flussi cui contribuirà l’accelerazione del già avviato processo di sempre più netta
divisione tra operatori professionali e wine lover. Per questi ultimi, già da quest’anno la selezione si farà ancora più fitta. Per contro, Vinitaly & the City sarà chiamato ad accrescere
la propria presenza per diventare a tutti gli effetti il Fuorisalone dedicato agli amanti del vino.
Diverse, infine, le novità di carattere contenutistico previste nel corso dei prossimi Vinitaly, come Micro-mega wines, Mixology, Organic e Orange wine: le aree start-up – avviate già da
quest’anno – che saranno progressivamente affiancate da altre in grado di intercettare e anticipare trend rilevanti per il settore.
L’indagine volta dalla società di consulenza Roland Berger ha coinvolto 230 aziende Italiane del vino di tutte le regioni Italiane, raggiungendo così un’ampia rappresentatività del
settore. Per le aziende del campione, la crescita internazionale (74%) è una priorità strategica, seguita dal miglioramento della redditività (52%). Il primo razionale di partecipazione a
Vinitaly è ‘acquisire nuovi clienti esteri’ (83%), mentre le aziende con un fatturato superiore a 10 mln di euro sono più propense rispetto alle altre a partecipare per presentare i
prodotti, concludere accordi commerciali e fare networking. Un altro punto di forza, rispetto alle altre fiere è la notorietà dell’evento ma anche la città di Verona, considerata asset chiave per
comunicare i valori, la territorialità e l’Italianità del vino.