Economia - pubblicata il 14 Ottobre 2021
Fonte: ufficio stampa
Confindustria Belluno Dolomiti
Berton: Se vogliamo rimanere nel nostro territorio, necessario conoscere i rischi del clima e le strategie di adattamento. L’iniziativa – presentata questa mattina a Palazzo
Doglioni Dalmas – è guidata da Enel Foundation in collaborazione con Venice International University, Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici e Confindustria Belluno Dolomiti
Belluno, 13 Ottobre 2021 – Gestire l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio bellunese da qui al futuro, analizzando e prevedendo i rischi per la popolazione e le
attività economiche: è questo l’obiettivo del progetto cui ha lavorato una task-force costituita da Enel Foundation, Venice International University, Centro Euro Mediterraneo sui
cambiamenti climatici e Confindustria Belluno Dolomiti.
L’iniziativa disegnata da Enel Foundation – tra le più interessanti a livello europeo per metodologia, attori coinvolti e outcome multisettoriali – è stata presentata questa mattina a Belluno in
sala Caldart in villa Doglioni Dalmas.
A introdurre i lavori sono stati Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Carlo Papa, direttore della Fondazione Centro Studi Enel, Roberto Padrin,
presidente della Provincia di Belluno e Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem.
Lo studio, che si concentra per l’appunto sul Bellunese, prende le mosse dall’analisi dei cambiamenti climatici in atto e prospettici – in una logica multi hazard – per formulare una valutazione
puntuale dei rischi di specifiche realtà territoriali, considerandone assetto socio/economico e peculiarità strutturali e settoriali.
Valutare i rischi connessi al clima nei processi decisionali – quello che gli inglesi chiamano “climate proofing” – consente di programmare al meglio gli interventi di adattamento sia pubblici
che privati per assicurare sviluppo sostenibile a tutti e a ciascuno dei membri delle comunità in cui si opera.
Se vogliamo rimanere in montagna, dobbiamo fare i conti con le mutazioni del clima, i cui effetti abbiamo imparato a conoscere molto bene sulla nostra pelle negli ultimi anni, – afferma
Lorraine Berton. – Penso alle straordinarie nevicate degli anni recenti fino alla tempesta Vaia del 2018, o ai tanti fenomeni violenti che spesso registriamo dalle terre alte
ai fondovalle.
Parlare di clima non è una moda, ma una necessità, soprattutto se vogliamo programmare le nostre attività umane ed economiche nel medio e lungo periodo. Eventi climatici estremi sempre più
frequenti sono un rischio per la popolazione, per il territorio e per le stesse imprese che hanno bisogno di certezze per investire e attrarre talenti. Analisi, monitoraggio e prevenzione dei
rischi climatici, dove possibile, sono quindi le azioni da adottare nella montagna bellunese del futuro, – l’auspicio di Berton. Le aree montane sono più fragili per natura e hanno
bisogno di un’attenzione specifica. La scienza può aiutarci ad adattarci e essere più resilienti.