Il bilancio annuale sul commercio estero nelle province di Belluno e Treviso

Pozza presidente CCIAA Treviso - Belluno: Sono lieto di registrare che le esportazioni di Belluno e di Treviso crescono più della media regionale: +2,6% per Belluno, in linea con la crescita tendenziale registrata nei primi 9 mesi, mentre Treviso registra un +2,3%, con ritmo di crescita in accelerazione.


Economia - pubblicata il 22 Marzo 2017


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Il quadro di riferimento

Nel 2016 il commercio mondiale ha conosciuto un tasso di crescita particolarmente modesto, il più basso negli ultimi 5 anni. Tuttavia, negli ultimi mesi dell’anno si sono manifestati segnali di
ripresa dell’industria globale e, di conseguenza della domanda internazionale, che hanno avuto effetti positivi sugli scambi del nostro Paese, soprattutto nei territori maggiormente export oriented
– afferma il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno Mario Pozza -.

Secondo i dati ufficiali diffusi dall’ISTAT il 13 marzo, nel 2016 le esportazioni nazionali sono cresciute complessivamente del +1,2%, un indubbio miglioramento rispetto al parziale di settembre,
quando la variazione tendenziale risultava pressoché nulla (+0,5%).
Analoga accelerazione conosce l’export veneto, il cui tasso di crescita passa dal +0,7% dei primi 9 mesi al +1,3% di fine anno.

Sono lieto di registrare – afferma Pozza – che le esportazioni di Belluno e di Treviso crescono più della media regionale: +2,6% per Belluno, in linea con la crescita tendenziale
registrata nei primi 9 mesi, mentre Treviso registra un +2,3%, con ritmo di crescita in accelerazione, rispetto a quanto registrato nei primi 9 mesi (+1,4%); Con oltre 12 miliardi di euro
di esportazioni Treviso si conferma come la settima provincia italiana per vendite manifatturiere nel mondo.

Bene – ribadisce il presidente Pozza – il risultato export per Belluno che vede in testa l’occhialeria con +1,7% e che rappresenta il 72,4% dei flussi di vendita provinciali, con
volumi export prossimi ai 3 miliardi di euro. Seconda voce export, i macchinari con un +3,3% sull’anno e un +13,4% nel biennio, con vendite che superano i 400 milioni di euro.
Trainanti anche, seppur con volumi di scambio più bassi, la gomma plastica (+12,1%), la concia (+28,9%) e l’alimentare (+19,1%).
C’è stata una netta inversione di tendenza per Treviso per l’export di macchinari – evidenzia il Presidente Pozza– da un consuntivo di metà anno in
negativo (-2,2%) il settore chiude l’anno con un brillante +5,0%, con volumi di scambio che superano la soglia dei 2 miliardi di euro. Bene anche l’industria dell’arredo (+3,3%), le calzature
(+6,1%), la carpenteria metallica (+4,5%), le bevande (+12%), i prodotti in gomma plastica (+4,9%).
Il recupero del commercio estero trevigiano, rispetto ai risultati dei primi nove mesi, è frutto della conferma di una buona performance nei mercati dell’Unione Europea 28 (+3,1%) e di un
quarto trimestre di recupero sui mercati extra-Ue: che riporta in positivo la variazione annuale verso questi mercati (+0,4%), contro il calo del -1,7% registrato ai primi 9 mesi.

L’analisi di dettaglio del commercio estero bellunese

Il 2016 ci restituisce una progressione dell’export bellunese positiva, ma marcatamente moderata (+2,6%) se rapportata alle risultanze degli anni precedenti (+11,6% nel 2015 e +9,1% nel 2014). Il
processo di rallentamento, ben visibile nei riscontri trimestrali, ha condotto a una stabilizzazione del mercato in quanto, a ben guardare, si è comunque di fronte al più rilevante valore esportato
di sempre.
Uno sguardo alle direttrici dell’interscambio testimonia che la decelerazione è stata generalizzata, ma assai più intensa per i movimenti extraeuropei. Se le vendite manifatturiere nel mercato
comunitario rallentano passando dal +9,8% del 2015 al +4,2%, frenano decisamente gli scambi con il resto del mondo: le esportazioni passano dal +13% dello scorso anno al +1,1%.
Gli Stati Uniti rimangono, comunque, caposaldo imprescindibile per le vendite oltrefrontiera, anche se è evidente un cambio di ritmo rispetto al più recente passato (+4,2%, in antitesi con il
+24,1% del 2015). Rallenta anche il secondo mercato di riferimento extra-Ue: il tasso di crescita delle vendite verso la Cina (incl. Hong Kong) scende dal +21,2% al +5,2%.
Volgendo lo sguardo ai dati dell’Unione Europea, si osserva che tra i primi quattro mercati comunitari solo la Spagna mantiene i ritmi di crescita dell’anno precedente (+7,6%). Quanto al forte
rallentamento del Regno Unito (+4,6% contro il +25,4% dell’anno precedente), esso sembra dovuto in massima parte allo stallo delle vendite di prodotti ottici (-0,3%) dopo l’importante exploit
(+38,9%) vissuto lo scorso anno.
Il settore dell’occhialeria, che rappresenta oltre due terzi dell’export provinciale, deve “accontentarsi” di un incremento +1,7% (contro il +12,5% del 2015), sintesi di una buona
crescita delle vendite nei mercati comunitari (+4,1%) ma di una quasi stazionarietà nei confronti dei Paesi extra Ue28 (+0,3%). Sono quindi gli altri beni del manifatturiero bellunese a spuntarla
sui prodotti ottici facendo registrare risultati superiori al dato medio (+4,9%, contro il +9,0% del 2015) anche se con esiti ovviamente assai diversi a seconda della tipologia merceologica.
Per quanto riguarda i macchinari, che pesano per il 10% sulle esportazioni complessive, la variazione di fine anno 2016 risulta pari al +3,3%, comunque in decelerazione rispetto
all’analogo periodo del 2015 (+9,8%), ma con performance positive sia all’interno dell’Unione Europea (+3,8%) che nei Paesi extra-Ue (+2,1%).
Cresce a due cifre, anche se a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedente, il settore dei prodotti in gomma e plastica (+12,1%), sostenuto quasi esclusivamente dalle vendite
indirizzate verso l’Area Euro (+28,0%).
Risultati positivi si sono avuti anche per l’elettronica, apparecchi medicali e di misurazione (+4,2%) e per le altre apparecchiature elettriche
(+5,1%) entrambi settori in miglioramento rispetto all’anno precedente (rispettivamente +2,1% e +3,6%).
Importanti riscontri a due cifre e in forte recupero rispetto all’anno precedente si sono avuti per la concia e le lavorazioni in pelle (+28,9%, contro il +6,2% di un anno fa) e
per i prodotti alimentari (+19,1%, contro il +4,0%).
Tra i primi dieci settori sono solo due i settori in rosso: la metallurgia (-11,3%, contro il +21,0% dell’anno precedente) e la carpenteria metallica (-8,0%,
contro il +3,2%) per il deciso calo della domanda da parte della Germania.

L’analisi di dettaglio del commercio estero trevigiano

All’interno dell’Unione europea – che assorbe quasi due terzi dell’export complessivo trevigiano – le dinamiche più vivaci si riscontrano verso la Spagna (+8,2%) e verso la Polonia
(+7,5%). Più moderata la crescita dell’export verso la Germania (+1,7%), che pur resta primo partner commerciale della provincia. Una performance inferiore al risultato nazionale (+3,5%), che,
tuttavia è nettamente influenzato dalle performance delle province più vocate all’automotive ed al settore chimico-farmaceutico (Torino, Potenza, Frosinone e Roma per citare le
più importanti). Si sono invece rafforzati i tassi di crescita verso la Francia (+3,7% contro il +1,1% dell’anno precedente) e la Repubblica Ceca: (+4,4% contro il +1,2% del 2015). In netta
decelerazione, invece, le vendite verso il Regno Unito (+3,2%, contro il +25,9% dello scorso anno), anche se in miglioramento rispetto al consuntivo dei primi nove mesi dell’anno (+1,6%).
Per quanto riguarda i principali partner extra-Ue, le esportazioni verso gli Stati Uniti, primo mercato di riferimento al di fuori dell’Unione, registrano una crescita nell’anno
del +2,6% (+19,5 milioni): la netta decelerazione rispetto al +24,7% rilevato nell’analogo periodo del 2015 è probabilmente in parte imputabile anche ad un effetto cambio, stante l’indebolimento
dell’euro verso il dollaro. Ma si osservano molti altri segnali positivi:

si rafforza il recupero delle esportazioni verso la Cina e Hong Kong: +3,7% rispetto al +2,1% rilevato a settembre (+15,4 milioni di euro);

si mantiene a due cifre l’aumento delle vendite verso gli Emirati Arabi Uniti (+17,2%, +20,4 milioni), il Canada (+15,1%, +18,1 milioni) e il Messico (+61,5%, +40 milioni di euro);

si attenua il ritmo di contrazione delle vendite verso la Russia: -7,4%, rispetto al -12,5% rilevato a settembre, che equivale comunque a 21 milioni di euro in meno;

le vendite verso Australia e Arabia Saudita si mantengono sui livelli dello scorso anno (rispettivamente -0,9% e +0,2%) grazie all’accelerazione delle vendite nell’ultimo trimestre.

Inoltre, tra gli altri Paesi extra-Ue, segnaliamo per contributo alla crescita dell’export provinciale nel 2016, le maggiori vendite in India (+28 milioni), Corea del Sud (+21,4 milioni) e Ucraina
(+11,4 milioni).
Per quanto riguarda i risultati settoriali, l’industria dei macchinari, mostra di beneficiare immediatamente del cambio di passo di fine 2016: chiude l’anno con un aumento
complessivo delle vendite del +5%, poco distante dal +6,2% del 2015, grazie soprattutto all’accelerazione delle vendite, sia intra che extra unione, nella seconda parte del 2016. Le vendite
all’interno dell’area comunitaria crescono complessivamente del +5,6%, non solo grazie agli aumenti in Germania (+8,5%) e Spagna (+21,5%), ma anche per il progressivo recupero delle vendite in
Regno Unito: a settembre crescevano del +2,7%, a fine anno il tasso sale al +5,4%. Extra-Ue, le flessioni verso Stati Uniti (-13,7%), Russia (-11,8%) e Svizzera (-30,4%) vengono più che compensate
dalle crescite verso Cina-Hong Kong (+49,6%), India (+83%), Messico (+180,8%), Canada (+73,1%) e Turchia (+32,4%).
Treviso offre nel 2016 uno dei maggiori sostegni all’export nazionale del settore (stabile rispetto al 2015 con un +0,2%) insieme a Padova (+5,3%), Reggio Emilia (+4,9%). Quanto alle altre
principali province esportatrici di macchinari, meno brillante il risultato di Bergamo (+2,5%) e addirittura negativo quello di Vicenza (-2,6%) e Brescia (-3,3%).
L’industria del mobile vede crescere l’export del +3,3%: 53,6 milioni di euro in più rispetto al 2015, di cui 22,8 in area comunitaria (+2,2%), provenienti principalmente dalle
maggiori vendite in Francia (+6,2%, +17,3 milioni) che compensano le contrazioni verso il Regno Unito (-7,9%). Nei mercati extra Ue (+5,1%) i maggiori contributi provengono da Stati Uniti (+5,6%)
ed Emirati Arabi Uniti (+48,1%), mentre la contrazione sul mercato russo continua ad essere a due cifre (-11,5%) per quanto in forte attenuazione rispetto allo scorso anno (-27,8%).
Treviso si conferma prima provincia in Italia per esportazioni di mobili, e quella con la performance annuale migliore tra le prime dieci, alcune delle quali scontano anche variazioni
negative. E’ il caso di Monza Brianza (-2,4%, compensato dal +2,8 di Milano), Como (-2,4%), Pordenone (-2,3%) e Pesaro Urbino (-1,3%). In Veneto, spicca per dinamica la provincia di Padova (+7,8%),
mentre Vicenza si ferma al +2,4%.
I flussi dell’elettrodomestico, terzo settore per valore delle vendite nel 2016 (oltre un miliardo di euro), chiudono l’anno in lieve calo rispetto all’anno precedente (-1,4%),
frutto di una variazione pressoché stazionaria nei confronti dei mercati comunitari (+0,7%), ma di un risultato negativo in area extra-Ue (-6,4%). Intra-Ue i cali delle vendite verso Germania
(-3,4%), Paesi Bassi (-9,6%) e Svezia (-17%), vengono compensati soprattutto dalle crescite in Spagna (+16,8%) e Polonia (+17,8%), mentre le vendite extra-Ue risentono soprattutto delle contrazioni
verso Russia (-15,7%), Svizzera (-10,5%), Emirati Arabi Uniti (-26,1%) e Turchia (-26,4%).
Bene le calzature: del +6,1% la variazione tendenziale annua (+58 milioni di euro), di cui 47 provenienti dalle maggiori vendite intra-Ue, soprattutto in Germania (+9,7%), Francia
(+6,2%) e Spagna (+6,6%). Frenano invece le vendite nei mercati extra-Ue che mantengono il segno positivo (+5,6%), ma risultano in diminuzione rispetto alla performance dell’anno
precedente (+11,5%). Va segnalato che il principale contributo alla crescita extra-Ue viene dalle maggiori vendite in Russia che passano dagli 11 milioni del 2015 a 17,3 milioni del 2016 (+57,4%).

Scorrendo le dinamiche degli altri settori, e limitandosi a considerazioni molto generali, emergono le seguenti evidenze:

carpenteria metallica e prodotti in gomma e plastica chiudono il 2016 meglio dell’anno precedente con un incremento delle vendite rispettivamente +4,5% e del
+4,9%. La carpenteria recupera nei mercati intra-Ue (+8%), mentre i prodotti in gomma e plastica aumentano soprattutto le vendite extra-Ue (+8,5%), soprattutto Stati Uniti, Cina-Hong Kong ed
Emirati Arabi Uniti;

bevande: continua la crescita per le bevande, e dunque del Prosecco (+12%) anche se a ritmi meno intensi rispetto a quelli dell’anno precedente (+24,8%): la decelerazione è
tutta concentrata in area comunitaria (+10% contro il +29,5% del 2015) a carico soprattutto delle minori vendite in Germania (-12,3%) e della frenata in Regno Unito (+24,1% contro il +58,1% del
2015);

prodotti alimentari: non è da considerare come un segnale di allarme il forte rallentamento subìto dai prodotti alimentari nel 2016 (-12,1%), sia in Unione Europea (-14,3%) che
nei Paesi extra-Ue (-3%). In realtà la contrazione è da imputare quasi esclusivamente ad una ridefinizione dei flussi in uscita della filiera verso altra provincia veneta, con specifico
riferimento al settore dei prodotti per l’alimentazione degli animali nonché degli oli e grassi vegetali e animali;

il consuntivo 2016 per il tessile-abbigliamento evidenzia una flessione delle esportazioni (-3,2%) in lieve attenuazione a quanto registrato lo scorso anno (-4%), in
particolare nei mercati extra-Ue (-4,7% contro il -7,2% del 2015), dove si segnalano, in particolare, le maggiori vendite nel mercato russo (+21,1%, +7,7 milioni di euro).

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