Economia - pubblicata il 17 Dicembre 2021
Per il Veneto e per Treviso trattasi tuttavia di una conferma di quanto già evidenziato al primo semestre dell’anno. In provincia di Treviso, in particolare, – continua il
Presidente – la crescita rispetto ai primi nove mesi del 2019 è garantita soprattutto dalle maggiori vendite verso i Paesi dell’Unione Europea (+6,0%). Tuttavia alcuni settori non sono
riusciti a recuperare i livelli del biennio precedente: macchinari (-3,8%), calzature (-4,2%) e tessile-abbigliamento (-11,4%).
Le esportazioni bellunesi – precisa il Presidente – grazie al contributo positivo dei mercati dell’Unione Europea (+5,3%), sono riuscite a portarsi sopra i livelli pre-pandemia di
oltre 30 milioni (+1,0%). Significativo ricordare che a giugno mancavano ancora all’appello 80 milioni di vendite all’estero (-3,7%). L’occhialeria, settore che rappresenta quasi il 70% delle
esportazioni provinciali, recupera su base annua ben 670 milioni (+44,9%), che le consentono di avvicinarsi al recupero totale nel biennio (-22 milioni). Al netto dell’occhialeria, l’export
bellunese supera del +5,9% le vendite dei primi nove mesi del 2019, grazie all’industria dei macchinari (+6,2%), del tessile-abbigliamento, dell’elettronica e della carpenteria metallica.
Il quadro generale
I dati territoriali sul commercio estero ai primi nove mesi del 2021, diffusi dall’Istat lo scorso 10 Dicembre, evidenziano, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un forte
rimbalzo a due cifre che porta i flussi commerciali a superare anche i livelli dell’analogo periodo del 2019. Questo accade sia a livello nazionale che regionale e
provinciale.
Le esportazioni crescono su base annua del +20,1% per l’Italia e +18,7% per il Veneto: il rimbalzo interessa tutte le province venete (+17,7% per Treviso e +36,3% per Belluno) ad
eccezione di Rovigo che presenta una dinamica in flessione rispetto all’anno precedente (-22,6%) determinata quasi esclusivamente dal settore chimico-farmaceutico le cui vendite erano più che
triplicate nei primi nove mesi del 2020 rispetto all’anno precedente.
I livelli esportativi si portano anche al di sopra dei risultati pre-Covid: +5,8% per l’Italia e +6,3% per il Veneto, rispetto ai primi nove mesi del 2019, che si declina in un +4,1% per
Treviso e nel +1% per Belluno; si ricorda, tra l’altro, che quest’ultima, nel primo semestre dell’anno, era ancora in flessione sul biennio precedente (-3,7%).
Anche le importazioni dei primi nove mesi del 2021 sono interessate da un forte rimbalzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+23,6% per l’Italia, +27,8% per il
Veneto, +22% e +25,8% rispettivamente per Treviso e Belluno) e dal superamento dei livelli del biennio precedente, ancora non condizionato dalla pandemia: +5,3% a livello nazionale, +5,8% a
livello regionale. L’incremento sul biennio è diffuso a tutte le province venete, fatta eccezione per Rovigo (-16,4%) a causa di una forte contrazione delle importazioni di metallurgia. A
Treviso e Belluno le importazioni crescono rispettivamente del +8,6% e del +11,8%.
Le dinamiche settoriali dell’export trevigiano
Nei primi nove mesi del 2021 l’export trevigiano ha superato i 10,5 miliardi di euro, con un incremento del +17,7% su base annua e del +4,1% se si prendono a riferimento i risultati ottenuti
nei primi nove mesi del 2019 (10,1 miliardi di euro). Anche dalla distinzione tra aree di destinazione si verifica la stessa dinamica, seppure con diverse intensità: accanto al rimbalzo a due
cifre sui primi nove mesi del 2020, che interessa entrambe le aree, la crescita sul biennio è del +6,0% per le vendite nei Paesi all’interno dell’Unione Europea mentre si ferma al +1,3% quella
per le esportazioni nei Paesi al di fuori dell’Unione.
Appaiono invece molto diversificate le situazioni, settore per settore, che ora andremo ad analizzare nel dettaglio ad iniziare dai macchinari industriali, prima voce merceologica
dell’export trevigiano.
Macchinari industriali
Le esportazioni di macchinari, che ai primi nove mesi del 2021 risultano pari a 1.657 milioni di euro, crescono rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+14,1%), ma non in
misura sufficiente per raggiungere i livelli delle vendite realizzate al 30 settembre 2019 (-3,8%; -65 milioni). Dalla distinzione tra mercati intra ed extra-Ue, che assorbono entrambi circa
metà delle esportazioni totali, risultano raggiunti i livelli export 2019 verso i mercati comunitari (+0,7%; +5,6 milioni), ma mancano ancora i flussi verso quelli al di fuori dell’Unione
(-7,9%; -71 milioni).
Fra i più importanti Paesi extra-Ue mancano all’appello soprattutto le esportazioni verso l’India (-52,7% nel biennio; -41,5 milioni) a cui si aggiungono quelle verso Cina e Hong-Kong (-21,4%;
-18,7 milioni) in negativo anche sul confronto annuo (-2,2%), Russia (-28,9%; -17,3 milioni) e Regno Unito (-14,5%; -10 milioni). Superano invece i livelli realizzati ai primi nove mesi del
2019 le vendite verso la Corea del Sud (+79,9%; +14 milioni), il Brasile (+77,5%; +13,6 milioni) e verso il primo mercato di riferimento, gli Stati Uniti (+1,7%; +2 milioni).
L’andamento all’interno dell’Unione europea (+0,7%) è fortemente condizionato dalla contrazione delle vendite verso il mercato spagnolo che flettono del -9% su base annua e del -33,3% sul
biennio (-35 milioni) a cui si aggiunge una piccola quota di mancate esportazioni verso i Paesi Bassi (-8,9% nel biennio; -3,4 milioni). In decisa crescita, invece, l’export di macchinari verso
Germania (+9,9%; +15 milioni) e Francia (+4,8%; +6,6 milioni), primi mercati europei di riferimento per il settore trevigiano a cui si aggiungono Austria, Belgio, Polonia e Romania per restare
fra i primi dieci Paesi della graduatoria per valore delle esportazioni.
Sistema moda: tessile-abbigliamento e calzature
Anche per il tessile abbigliamento il rimbalzo delle esportazioni rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso (+12,1%), non basta a recuperare i livelli raggiunti due anni fa:
mancano all’appello quasi 104 milioni (-11,4%). Similmente l’import del settore, fortemente correlato all’export per i noti processi di internazionalizzazione produttiva, non riesce a
recuperare sullo stesso periodo del 2020 (-2,8%) e rimane molto al di sotto dei livelli registrati ai primi nove mesi del 2019 (-24,2%; -198 milioni). Guardando ai mercati di sbocco, le vendite
nel biennio calano di 71 milioni (-11,3%) verso i Paesi dell’Unione europea e di quasi 33 milioni (-11,5%) verso i Paesi extra-Ue.
All’interno dell’Unione, che pesa per quasi il 70% sulle vendite complessive del settore, pur a fronte di incrementi o sostanziali tenute rispetto ai primi nove mesi del 2020, si registra una
flessione media sul biennio precedente pari al -11,3%. Le principali contrazioni interessano la Germania (-7,3%; -8,5 milioni), la Spagna (-15,9%; – 15,3 milioni), la Grecia (-33,2%; -15,1
milioni) e il Portogallo (-29,7%; -9,6 milioni). Tra i Paesi extra-Ue continua la diminuzione dele esportazioni verso i primi due mercati di riferimento per il settore: il Regno Unito (-7,0%
nel biennio; -3,8 milioni) e la Russia (-23,6%; -7,7 milioni) a cui si aggiunge il Giappone (-31,1%; -3,3 milioni). Tra i principali Paesi in crescita, sia su base annua che nel biennio
troviamo Corea del Sud (+65,4% nel biennio; +5,3 milioni) e Serbia (+31,3% nel biennio; +2 milioni).
Anche per le calzature il rimbalzo dell’export su base annua è a due cifre (+13,8%), ma non è sufficiente per colmare il gap sul 2019 che resta del -4,2% e riguarda
tanto i mercati Ue 27 (-3,7%; -23 milioni) – che assorbono il 73,5% delle vendite – che quelli extra Ue (-5,3%; -12 milioni). Le vendite verso i due principali partner intra-Ue, Germania e
Francia sono cresciute su base annua a due cifre, riportando il mercato tedesco ai livelli dei primi nove mesi del 2019 (+0,3%), quello francese di poco sotto (-2,5%; -3 milioni). La flessione
più importante nel biennio si registra nei confronti del mercato spagnolo (-20,9%; -15,5 milioni) a causa di un debole rimbalzo annuale (+2,6%). In controtendenza positiva le esportazioni
verso il mercato polacco che crescono a due cifre sia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+38,7%; +15 milioni), che rispetto allo stesso periodo pre-Covid (+50,7%; +18 milioni).
Tra i mercati extra-Ue si segnala la flessione su base annua del Regno Unito (-15,8%; -8 milioni) che porta la contrazione nel biennio al -34,0% (-22 milioni). In positivo su base biennale le
esportazioni verso gli Stati Uniti (+25,3%; +8,4 milioni) e la Russia (+13,3%; +2,3 milioni).
Mobili
Il settore del mobile, secondo dopo i macchinari per valori esportati con 1.352 milioni di euro, evidenzia un rimbalzo del +13,4% rispetto ai primi nove mesi del 2020, ma riesce
anche a superare, seppur di poco, i livelli dello stesso periodo del 2019 (+1,0%; +13,4 milioni). Dalla distinzione per mercati di destinazione emerge, tuttavia, che il pieno
recupero dei livelli pre-Covid è frutto unicamente della buona performance verso i Paesi all’interno dell’Unione (+10,4%; +72,5 milioni) mentre verso i mercati extra-Ue beneficia solo
del rimbalzo annuale (+8,2%). Ciò nonostante la flessione nel biennio è del -9,3% (-59,1 milioni).
Anche se in modo differenziato, le crescite all’interno dell’Unione, rispetto ai primi nove mesi del 2019, sono comuni a tutti i primi dieci partner commerciali ad eccezione del Belgio (-15%;
-5,3 milioni). Crescono, rispetto a settembre 2019, soprattutto le vendite verso la Germania (+11,3%; +22,3 milioni), la Polonia (+75,7%; +19,7 milioni) e la Francia (+6,9%; +16,3 milioni). Al
di fuori dell’Unione sono cresciute le esportazioni verso gli Stati Uniti (+3,5%; +5,5 milioni) seppure su base annua si registri una contrazione (-4,0%) mentre per gli altri principali partner
commerciali i livelli esportativi rimangono al di sotto dei risultati conseguiti nei primi nove mesi del 2019, in primis per il Regno Unito (-11,7%; -17,5 milioni) nonostante abbia fatto
registrare un incremento a due cifre su base annua (+38,9%).
Elettrodomestico
Il settore risulta in forte crescita a due cifre sia rispetto all’anno che al biennio precedente, in particolare le vendite, pari a complessivamente 1.070 milioni di euro, sono aumentate
del +30,8% (+252 milioni) rispetto ai primi nove mesi del 2019. L’incremento rispetto al 30 settembre 2019 caratterizza sia i Paesi intra che extra-Ue: è del +37,7% (+182 milioni) la crescita
all’interno dell’Unione, che assorbe il 62% delle vendite complessive, e del +21% (+70 milioni) quella al di fuori dell’Unione. Gli scambi commerciali con i principali Paesi intra-Ue, in
particolare con la Germania, primo mercato di sbocco (+138,2%; +110 milioni) e Francia (+61,5%; +32,7 milioni), sono alimentati anche dai flussi verso le diverse piattaforme produttive che
caratterizzano il settore: a questi flussi è più plausibile ricondurre la crescita molto sostenuta dell’export verso Belgio (+358,5%; +55 milioni), Romania (+66%; +15,9 milioni) e in misura
inferiore verso la Polonia (+5,4%; +3,5 milioni). Rilevante anche l’incremento delle esportazioni verso la Spagna (+45,7%; +18,7 milioni).
In crescita sul biennio precedente anche le vendite verso i principali partner extra-Ue ad eccezione del Regno Unito dove le esportazioni, pur mettendo a segno un rimbalzo sull’anno precedente,
non hanno raggiunto i livelli pre-Covid (-3,9%; -2,1 milioni). In aumento invece i flussi verso Russia (+15,7%; +7,5 milioni), primo mercato extra-Ue, oltre che verso Stati Uniti (+36,8%; +13,9
milioni), Cina-Hong Kong (+62,5%; +12,7 milioni).
Carpenteria metallica
Il settore della carpenteria metallica che ha raggiunto 639 milioni di euro di export ai primi nove mesi del 2021, evidenzia un rimbalzo sul primo semestre 2020 (+24,8%), ma si colloca
appena al di sotto rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019 (-0,3%; -1,9 milioni). Il risultato del settore è fortemente condizionato dalle vendite in diminuzione verso i Paesi
intra-Ue che assorbono oltre il 70% dell’export complessivo e che, nonostante il rimbalzo a due cifre sul 2020 (+25%), non riescono a superare i livelli del 2019 (-2,9%; -13,6 milioni).
Risultano in flessione nel biennio le vendite verso la Romania (-29,8%; -22 milioni) e la Francia (-10,7%; -9,1 milioni) mentre crescono quelle verso la Germania, primo mercato intra-Ue
(+14,7%; +14,2 milioni). Rispetto al biennio precedente sono andate meglio le vendite (+6,6%; +11,6 milioni) grazie al rimbalzo a due cifre sul 2020, dovuto soprattutto alla
performance verso gli Stati Uniti, primo mercato al di fuori dell’Unione (+41,4%; +12,7 milioni).
Bevande
L’export di bevande (592 milioni di euro) – che per la provincia di Treviso è riconducibile quasi esclusivamente alla vendita di vino ed in particolare di Prosecco – cresce su
base annua (+17,6%) e supera anche i risultati ottenuti nei primi nove mesi del 2019 (+12,7%; +66,8 milioni). Le vendite risultano in crescita nel biennio sia all’interno
dell’Unione (+20%; +39,2 milioni) che al di fuori della stessa (+8,4%; +27,6 milioni). Si registrano incrementi in quasi tutti i principali Paesi, mentre la flessione più importante interessa
il Regno Unito (-30,9%; -35 milioni) a cui si aggiunge anche una diminuzione delle vendite verso il Giappone (-10,8%; -0,7 milioni).
Prodotti alimentari
Il settore alimentare, con quasi 392 milioni di export, anche se non recupera su base annua (-1,1%) supera, seppur di poco, i livelli dello stesso periodo del 2019 (+0,8%;
+3,3 milioni). Il mancato rimbalzo annuale emerge sia con riferimento ai mercati Ue (-0,2%) – con contrazioni in Germania e Austria – sia con riferimento ai mercati extra-Ue (-3,4%), in
particolare nel Regno Unito (-29,7%; -6,5 milioni) in Russia (-42,9%; -1,7 milioni) oltre che gli Stati Uniti (-3,3%). Questa performance condiziona il recupero delle vendite sui
livelli del 2019. Resta in positivo (+4,6%) la variazione biennale verso i mercati extra-Ue grazie in particolare ai flussi verso la Cina e Hong Kong (+93,5%; +3,5 milioni) e verso il Giappone
(+206,9%: +3,1 milioni): in entrambi i casi questo incremento è determinato in modo prevalente dalla vendita di carni lavorate. Appena sotto la stazionarietà invece le vendite intra-Ue rispetto
allo stesso periodo del biennio precedente (-0,5%).
Prodotti in gomma-plastica
Le esportazioni di prodotti in gomma-plastica (493 milioni di euro) superano sia i livelli dei primi nove mesi del 2020 (+21,8%) che quelli del 2019 (+12,8%; +56
milioni). La dinamica favorevole rispetto ai primi nove mesi pre-Covid interessa soprattutto le vendite verso i Paesi intra-Ue (+14,8%; +47,5 milioni) che assorbono quasi il 75% dell’export
complessivo, ma anche quelle verso i Paesi extra-Ue (+7,3%; +8,5 milioni). Nei primi le esportazioni sono in crescita verso tutti i principali partner commerciali mentre al di fuori dell’Unione
si registrano flessioni in Regno Unito (-6,5%; -1 milione), Cina e Hong-Kong (-6,8%; -0,9 milioni) e Svizzera (-14,4%; -1,3 milioni) pur a fronte di un quasi raddoppio delle vendite verso
Israele (+1,8 milioni) e India (+1,2 milioni).
Mezzi di trasporto e componentistica
Le esportazioni di mezzi di trasporto e di componentistica afferente alla filiera dell’automotive
(387 milioni di euro)beneficiano di un rimbalzo del +24,7%
rispetto ai primi nove mesi del 2020, ma non riescono a superare i livelli esportativi del 2019 (-1,6%; -6 milioni), nonostante l’incremento biennale nei mercati intra-Ue (+1,1%, +3 milioni)
che pesano per il 70% sul totale. Le dinamiche fra Paesi sono peraltro fortemente differenziate, figlie di una filiera la cui catena del valore, come noto, risulta ancora molto disarticolata a
causa della pandemia a cui si aggiunge la crisi dei microchip. Nel biennio i flussi verso la Germania sono pressoché stazionari (-0,3%), risultano quasi raddoppiati quelli verso Francia (+22,7
milioni) e in forte crescita anche quelli verso la Spagna (+32,1%; +8,7 milioni). Sono invece in forte decelerazione le vendite verso alcuni cluster produttivi dell’est Europa (Slovacchia,
Repubblica Ceca) e verso Svezia e Austria. Le vendite verso i mercati extra-Ue restano al di sotto dei livelli dei primi nove mesi del 2019 (-8%): determinante qui il calo dei flussi verso il
Regno Unito (-17,8%, -7,7 milioni) e gli Stati Uniti (-16,3%; -3,3 milioni), nonostante il rimbalzo su base annua, ma soprattutto verso l’Australia (-66,7%; -10,4 milioni).
Altre apparecchiature elettriche
Il settore delle altre apparecchiature elettriche, pur a fronte di un rimbalzo annuale quasi in linea con quello medio provinciale, risulta in crescita rispetto a settembre 2019,
più del valore medio (+7,4%; +26,2 milioni). La crescita, su base biennale, è prevalentemente imputabile ai Paesi intra Unione (+11,3%; +25,4 milioni), considerato che si ferma appena sopra
alla stazionarietà in Area extra-Ue (+0,6%; +0,8 milioni). Se all’interno dell’Unione l’unico mercato in flessione tra i principali partner commerciali è la Slovacchia (-21,6%; -1,8 milioni),
tra i Paesi extra-Ue la contrazione più importante riguarda il Regno Unito (-20,5%; -2,9 milioni). In crescita invece le vendite soprattutto verso Polonia (+41,7%; +7,7 milioni) e Slovenia
(+79,4%; +4,3 milioni), mentre tra i Paesi al di fuori dell’Unione si segnalano Russia, Stati Uniti, Svizzera e Qatar (verso quest’ultimo Paese con valori più che raddoppiati).
Le dinamiche settoriali dell’export bellunese
Le esportazioni bellunesi dei primi nove mesi del 2021 risultano pari a 3,1 miliardi di euro. Anche per Belluno si registra un rimbalzo annuo a due cifre (+36,3%), che ha permesso,
contrariamente a quanto successo al 30 giugno 2021, il pieno recupero dei livelli rispetto allo stesso periodo del 2019 (+1,0%; +31 milioni), non ancora condizionato dalla pandemia. Dalla
distinzione tra aree di destinazione delle esportazioni bellunesi il pieno recupero dei livelli pre-Covid è garantito tuttavia solo all’interno dell’Unione europea (+5,3%) mentre al di fuori
della stessa mancano ancora 43 milioni di vendite (-2,6%).
Il risultato medio provinciale è in buona parte condizionato dall’occhialeria, settore che pesa per il 69,5% sulle esportazioni provinciali dei primi nove mesi del 2021 e che, in linea
con il dato complessivo, vede un recupero delle vendite all’estero del +44,9% (+670 milioni) su base annua, ma non ancora sufficiente al pieno recupero della caduta dello scorso anno: il
confronto su base biennale restituisce infatti una lieve diminuzione del -1,0%, che diventa del -2,5% con riferimento ai mercati extra-Ue, soprattutto a causa della forte flessione accusata
dalle vendite verso Cina e Hong-Kong (-31%; -49 milioni), Brasile (-45,9%; – 19,3 milioni) e in misura ridotta Emirati Arabi Uniti e Messico. In ambito Ue i primi due mercati di riferimento per
il settore, Francia e Germania, hanno già recuperato i livelli export dello stesso periodo del 2019 (rispettivamente con il +1,2% e il +5,6%) e le vendite in Svezia sono più che raddoppiate
(+19 milioni di euro). Anche per l’occhialeria, come per il sistema moda trevigiano, si evidenzia criticità sul mercato spagnolo: -24,4% sul biennio (-35,4 milioni) nonostante il sostenuto
rimbalzo su base annua (+36,2%).
Al netto dell’occhialeria l’analisi settoriale evidenzia un rimbalzo del +20,1% sui primi nove mesi del 2020 ed il netto superamento dei risultati ottenuti nello stesso periodo del biennio
precedente (+5,9%; +53 milioni di euro).
I macchinari, seconda voce export con 353 milioni di euro, crescono sia rispetto all’anno scorso (+19,1%) che rispetto ai primi nove mesi del 2019 (+6,2%; +20,5 milioni). Significativo
il recupero e superamento dei livelli export pre-Covid verso i mercati intra-Ue (+12,3% nel biennio; +27,8 milioni) grazie ai primi due mercati di sbocco: Francia e Germania che insieme hanno
realizzato un incremento, rispetto al 2019, di oltre 32 milioni di euro. Non sono ancora stati recuperati i livelli pre-Covid per le vendite nei Paesi extra-Ue (-6,8%; -7 milioni di euro) a
causa soprattutto della flessione verso il Regno Unito (-30,6%; -6,3 milioni).
I prodotti in gomma o plastica, terza voce dell’export bellunese (83 milioni di euro), che nello stesso periodo del 2020 erano cresciuti, in controtendenza rispetto agli altri settori,
del +7,5%, ora subiscono una contrazione su base annua del -14,4%, con un calo nel biennio del -8,0% (-7 milioni). La causa principale si ravvisa nelle dinamiche negative verso i Paesi al di
fuori dell’Unione (-17,4%; -7,8 milioni), in particolare verso Cina e Hong-Kong (-27,7%; -7 milioni). In pieno recupero rispetto al biennio precedente, invece, delle vendite intra-Ue (+1,1%).
In recupero e superamento dei livelli export dei primi nove mesi del 2019 le vendite di prodotti di elettronica e apparecchiature di precisione (+4,8%; +3,3 milioni), mentre per la
metallurgia il significativo rimbalzo a due cifre su base annua (+48,9%) riporta le vendite ai livelli esportativi pre-pandemia (+0,8%).
Sono stati superati i livelli export dei primi mesi del 2019 anche per le vendite di carpenteria metallica
(+2,1%), di prodotti alimentari (+3,5%) e per le
altre apparecchiature elettriche (+10,4%).
Infine, persiste la sofferenza del legno, sia su base annua che guardando al biennio: dai 19,2 milioni di vendite dei primi nove mesi del 2019 si passa a 5,2 milioni dello stesso periodo
di quest’anno (-72,9%).