Il commercio estero trevigiano e bellunese nei primi 9 mesi del 2019

Treviso in stagnazione, bene l’occhialeria a Belluno


Economia - pubblicata il 17 Dicembre 2019


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Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio di Treviso Belluno

Per le vendite all’estero dei prodotti trevigiani si conferma la tendenza alla lieve flessione (-0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), più marcata verso i mercatiextra-Ue (-3%); le
esportazioni di Belluno, invececrescono del +4,9%, grazie all’occhialeria(+6,6%). Export Veneto al +1,1%
Treviso, 16dicembre 2019. “Continuiamo a soffrire – commenta a caldo il Presidente della Camera di Commercio di Treviso Belluno, Mario Pozza: continuiamo a risentire
dell’incertezza globale che colpisce in particolare le vendite all’estero di macchinari industriali, legata a doppio filo al calo della domanda in beni strumentali”.
“Posso solo sottolineare – continua Pozza – che l’andamento tendenziale delle esportazioni trevigiane non peggiora rispetto al bilancio che emergeva con i dati al primo semestre. Già
questo è un segnale di tenuta. Ed è una dinamica che ci accomuna ad altri segnali che provengono dalle altre economie dell’area euro. Il punto di minimo dovrebbe essere stato raggiunto, in questo
strano ciclo non di crisi né di crescita. Consideriamo anche lo strumento del canale e-commerce che permette di accedere a nuovi mercati e a modificare il proprio modello di business”.
“Per l’occhialeria – conclude il Presidente – non possiamo che congratularci con i risultati di questa filiera: globale nei mercati, con interessanti crescite anche nei mercati
dell’America Latina, ma per nostra fortuna profondamente radicata nel territorio. Penso che questo equilibrio globale/locale sia il suo vantaggio competitivo. Fondamentale governare quei fattori che
ne consentono la replicazione e il consolidamento, a partire dall’investimento nei saperi”.

Il quadro generale
La persistente debolezza della congiuntura internazionale – legata al perduraredegli effetti delle politiche tariffarie, unitamente alla decelerazione delle maggiori economie asiatiche, alla
contrazione dell’industria manifatturiera tedesca e all’eventualità di un hard Brexit-sta continuando a penalizzare fortemente il commercio mondiale ed in particolare quello dei principali
Paesieuropei che presentano ritmi di crescita sempre più contenuti.
Anche il commercio estero italiano ha subìto un rallentamento che risulta confermato dai dati diffusi dall’Istat per i primi nove mesi del 2019: le esportazioni registrano un +2,5% (contro il +3,7%
di un anno fa) mentre le importazioni si fermano al +0,7%, ben al di sotto del risultato dello stesso periodo dell’anno precedente (+5,5%).Dinamica analoga si osserva per il Nord-Est: la crescita
si ferma al +1,9%, contro un aumento più che doppio registrato nello stesso periodo dell’anno precedente (+4,7%).Tra le regioni più dinamiche si segnala l’Emilia-Romagna (+4,8%), conun risultato
quasi in linea con quello dell’anno precedente, mentre il Veneto si ferma al +1,1% (contro il +3,5%di un anno fa).Fanno la differenza, in Emilia Romagna, i settori dell’alimentare (+27,6%, pari a
circa +1 miliardo di euro in più rispetto ai primi nove mesi del 2018) e i mezzi di trasporto (racing, ma anche nautica da diporto): +11,4%. Va bene anche il settore dell’abbigliamento
(+5,7%).
I risultati della provincia di Treviso, ai primi nove mesi dell’anno, sono all’insegna della sostanziale stagnazione, in linea con quanto già evidenziato nei precedenti trimestri. Le esportazioni
flettono del -0,9% su base annua (contro l’incremento del +5,8% dello stesso periodo dell’anno precedente) mentre le importazioni segnano un -1,7%(era pari al +3,1% la variazione tendenziale
dell’anno scorso).
La provincia di Belluno, invece, conferma il trend in crescita delle esportazioni (+4,9%), (contro un -1,0% rilevato lo scorso anno), al traino dell’occhialeria (+6,6%); in flessione, invece, le
importazioni (-6,2%).

TREVISO
La debole performance dell’export trevigiano riguarda tutti i principali settori economici, ma principalmente dipende dall’industria dei macchinari(la più esposta al calo della domanda globale di
beni strumentali) e dal tessile-abbigliamento.
Per i macchinari industrialile vendite all’estero si confermano in flessione per il -3,1% (da 1.760 a 1.706 milioni) rispetto ai primi nove mesi del 2018, che in valori assoluti
corrisponde ad una perdita di 54 milioni. Oltre metà della variazione assoluta negativa dell’export trevigiano dipende da questo settore, che soltanto un anno fa cresceva nei mercati internazionali
del +9,5%. La diminuzione è più accentuata nei Paesi extraUe (-4,9%) rispetto a quanto avviene in ambito comunitario (-1,2%) dove la contrazione più importante, in termini di valore, è verso la
Romania (-58%, pari a -48 milioni), ma non sono trascurabili le perdite di oltre 10 milioni verso la Germania (-6,4%; da 161 a 151 milioni). Queste flessioni non sono compensate dalle buone
performance verso la Spagna (+62,2%; da 63 a 102 milioni), la Francia (+15,6%; da 118 a 137 milioni) ed il Regno Unito (+24,6%; da 55,7 a 69,4 milioni). La contrazione nei Paesi extra Ue è
da imputare, invece, oltre che ad una diminuzione delle vendite verso Stati Uniti (-9,7%; da 138 a 124 milioni), Cina (-18,1%; da 102 a 83 milioni), Turchia (-21,5%; da 38 a 30 milioni) ed Egitto
(-30,9%; da 36 a 25 milioni) alle forti flessioni verso la Corea del Sud (-69,0%; quasi -40 milioni).
L’altro settore in sofferenza è l’abbigliamento(probabilmente per ragioni non solo direttamente connesse agli andamenti di mercato, considerate alcune crisi aziendali: le vendite
all’estero perdono un -5,9% (da 638 a 600 milioni) a cui si aggiungono le perdite del settore filati e tessuti (-7,9%; da 191 a 176 milioni) e della maglieria
(-5,8%; da 139 a 131 milioni). Il comparto, nel suo insieme e rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente, risulta in diminuzione per oltre 61 milioni di euro, di cui 37 verso i mercati
comunitari e quasi 24 quelli extra comunitari. Per i noti processi di internazionalizzazione produttiva, anche i flussi import del settore sono in flessione: -4,3% l’abbigliamento, -6,4% i filati e
tessuti, -10,1% la maglieria.

Un altro settore che conosce una significativa flessione è quello della carpenteria metallica (-2,8%; da 634 a 616 milioni): si osserva, in particolare, una forte diminuzione delle
vendite extraUe (-15,5%, pari a -26 milioni), poco compensata dalla tenuta nei mercati comunitari (+1,9%) che va letta in realtà come deciso rallentamento rispetto alla crescita del +8,2% nei primi
nove mesi dello scorso anno.
Del -2,0% è la flessione dell’export per i prodotti in gomma e plastica;le bevande si devono accontentare di un-1,9% dopo la crescita a due cifre (+11,1%)
registratanello stesso periodo dell’anno scorso.
Risultano in sostanziale stagnazione, al di là del segno negativo, le altre voci più importanti dell’export trevigiano: il mobilefrena al -0,9%, dopo i risultati positivi dell’anno
scorso (+5,0%), la calzaturae l’elettrodomesticoviaggiano attorno al -1%.
In controtendenza positiva si collocano imezzi di trasporto e componentistica: +5,8%;i prodotti alimentari: +4,4%;la metallurgia: +6,4%.
In generale, rispetto ai volumi di vendite dei primi 9 mesi del 2018, mancano all’appello quest’anno, all’export trevigiano, oltre 95 milionidi euro; e analoga cifra (90 milioni) manca
all’import.
Come si è visto dall’analisi settoriale, ad influenzare negativamente l’export trevigiano sono soprattutto i mercati extra-UE: -3,0% contro la stazionarietà (+0,1%) nei mercati Ue28.
Nei mercati extraUe le perdite più importanti sono nei flussi verso la Cina (-22,6%; da 275 a 213 milioni) e Hong Kong (-11,7%; da 107 a 95
milioni) a cui si aggiungono quelli verso Australia (-17,4%) e Turchia (-17,6%). Ma le contrazioni riguardano in modo esteso i vari mercati extra Ue, ben oltre i primi 10 per importanza per
l’export trevigiano: basti osservare la voce “altri Paesi extra-Ue”, i cui volumi passano da 1,4 a quasi 1,3 miliardi (-86 milioni). All’interno di questo aggregato si evidenziano importanti
flessioni in Corea del Sud (-38 milioni), Vietnam (-13 milioni), Messico (-13 milioni), Israele (-12 milioni), Egitto (-10 milioni).
In crescita le vendite verso Stati Uniti (+4,1%; da 702 a 730 milioni), Russia (+4,7%; da 225 a 236 milioni), Canada (+11,3%; da 114 a 126 milioni), ma soprattutto in
India dove le vendite risultano più che raddoppiate (+133,2%; da 47 a 110 milioni). Ma queste dinamiche positive non compensano, con tutta evidenza, quelle negative.
In ambito Ue28si conferma la stagnazionedelle esportazioni verso il nostro partner storico, la Germania (-0,6%; da 1.325 a 1.317 milioni): effetto compensazione
tra una crescita delle vendite di mobili (+7,3%) e un calo delle vendite di elettrodomestici (-18,8%) e macchinari (-6,4%). In forte diminuzione le vendite/flussi in conto lavorazione verso la
Romania (-12,3%; da 465,7 a 408,6 milioni), già in negativo a giugno 2019 e con una perdita di oltre 57 milioni rispetto alle vendite dei primi nove mesi dell’anno scorso. In calo,
anche se in misura più contenuta, le vendite verso Austria (-3,1%; da 311 a 302 milioni)e Belgio (-4,5%; da 230 a 220 milioni).Compensano, in positivo, il mercato francese
sostanzialmente in tenuta (+0,6%; da 1.113 a 1.120 milioni), il mercato spagnoloin crescita a due cifre (+12,0%; da 497 a 557 milioni), la Polonia (+5,4%; da 318 a
335 milioni), e anche il Regno Unito (+5,1%; da 685 a 720milioni), una dinamica sostenuta soprattutto dalla vendite di macchinari (+24,6%, da 56 a 69 milioni) e dalla
componentistica per l’automotive (+21,4% da 36 a 43 milioni), di contro ad una flessione delle vendite di bevande (-13,9%, da 132 a 114 milioni, il volume di vendite ad ogni modo
realizzato all’incirca nei primi nove mesi del 2017).


BELLUNO
In provincia di Belluno,l’andamento tendenziale delle esportazioni si confermapositivo (+4,9%), seppur in attenuazione, rispetto a quanto evidenziato nei primi sei mesi dell’anno
(+6,4%).
Il risultato positivo è determinato essenzialmente dal buon andamento delle vendite dell’occhialeria che sfiorano nei primi nove mesi dell’anno i 2,2 miliardi di euro, in crescita
del +6,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il settore, che mantiene un peso del 71% sull’export bellunese del periodo, cresce sia nei mercati dell’Unione Europea (+4,5%) che nei
mercati extra Ue (+8,2%). I mercati extra unione, che assorbono oltre il 57% dell’export del settore, offrono i contributi positivi più rilevanti alla crescita delle vendite nel periodo. In
particolare le esportazioni verso gli Stati Uniti aumentano del +11,9% (+68 milioni) rispetto ai primi nove mesi del 2018 e quelle verso la Cina del +10% (+11,4 milioni). Da non trascurare anche la
crescita nei mercati latino americani del Brasile e del Messico (+8,3 e +5,7 milioni rispettivamente), in Russia (+4,3 milioni) e in Israele (+3,6 milioni). All’interno dell’Unione, risultano
stazionarie le vendite verso il principale partner europeo, la Francia, mentre crescono soprattutto verso la Germania (+13%; +17,4 milioni) e la Svezia (+10,6 milioni). In decisa contrazione il
Regno Unito (-9,1%; -14,6 milioni).
Al netto dell’occhialeria l’export bellunese si mantiene poco al di sopra della stazionarietà (+1%): quindi in sensibile decelerazione, dopo il risultato più che positivo registrato un anno fa
(+5,3%).
Le vendite dell’industria dei macchinari, che con 331 milioni pesano per quasi l’11% sulle esportazioni totali scendono di quasi 10 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018
(-2,8%), a causa della diminuzione delle vendite verso i principali partner europei: Francia (-13,9%; da 66,3 a 57,1 milioni) e Germania (-12,5%; da 47,5 a 41,6 milioni). In calo anche le
esportazioni verso il Regno Unito (-9,7%; -2,2 milioni) e Ungheria (-10,3%; -2 milioni). In crescita a due cifre, invece, le vendite verso la Spagna (+21,1%, +4,4 milioni). Positivo l’andamento nei
mercati extra unione che, tuttavia, assorbono poco più di un quarto delle esportazioni totali del settore (+4,6%; +3,8 milioni).
Con valori esportati decisamente più contenuti rispetto alle prime due voci merceologiche, registrano incrementi a due cifre le vendite di prodotti in gomma plastica (+24%; da 71,8
a 89 milioni). Sono in aumento tanto nei Paesi dell’Unione Europea (+22,9%; +8,5 milioni), grazie al contributo positivo di Spagna (+8,6 milioni) e Polonia (+4 milioni), che nei Paesi extra Ue
(+25,1%; +8,8 milioni)per il buon andamento delle esportazioni verso la Cina (+7,8 milioni).
Quanto alle altre principali voci merceologiche, si osservano prevalentemente risultati negativi: in particolare scendono del -7,5% su base annua le vendite di prodotti tessili e
abbigliamento (-5,8 milioni); calano del -10,8% (-6,4 milioni) le esportazioni di metallurgia; si contraggono del -13,8% (-6,8 milioni) quelle di carpenteria metallica. Da segnalare in positivo:
l’alimentare (+12%, +3,6 milioni) e il legno (+142%, +11 milioni).

Uno sguardo complessivo ai mercati di sbocco evidenzia come le vendite siano trainate dai mercati extra Ue, per effetto dell’occhialeria: contribuiscono con oltre 96 milioni alle maggiori vendite
del periodo (+143,6 milioni). Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di riferimento per le esportazioni provinciali: da soli assorbono più di un quinto delle esportazioni
totali del periodo e confermano una dinamica positiva (+10,6%; +65,1 milioni). Ma cresce a due cifre anche l’export verso il secondo mercato extra comunitario, la Cina (+13,7%,
+19,4 milioni).
In ambito Ue il maggior contributo alla crescita del periodo viene dalla Spagna (+10,6%; +21 milioni). In crescita, ma più sotto tono la Germania, secondo mercato
di sbocco comunitario per le esportazioni bellunesi (+2%, +5,2 milioni). Risultano in lieve diminuzione i valori esportati in Francia, primo partner europeo (-1,5 milioni; -0,4%).
In decisa contrazione, invece, le vendite verso il Regno Unito (-15 milioni, -7,1%).

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