La cyberguerra e le imprese Reati informatici +21,2%. 4 PMI su 10 ne ha fronteggiato uno

Ai tempi della cyberwar, sicurezza informatica cruciale per il 42,1% delle micro e piccole imprese In provincia di Treviso 200 imprese artigiane dell’ICT (in regione 1.141) a disposizione per le contromisure


Corsi e convegni - pubblicata il 17 Aprile 2023


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Fonte: ufficio stampa Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

Le imprese  sempre più soggette a reati informatici. Nell’ultimo anno, nella nostra regione, sono cresciuti del 21,2%, nella Marca del 21.8% un valore più alto rispetto alla media nazionale fermatasi ad un +18,4%.
L’incidenza del fenomeno in Veneto è pari a 59 denunce ogni 10 mila abitanti, anche in questo caso con una intensità superiore alla media italiana fermatasi a 54. Inoltre, secondo la rilevazione tematica di Eurobarometro della Commissione europea, in Italia è del 37% la quota di micro, piccole e medie imprese che nell’ultimo anno ha fronteggiato almeno un attacco informatico, dato superiore di 9 punti percentuali rispetto al 28% della media Ue. Non a caso, l’ISTAT stima che il 42,1% delle micro e piccole imprese (MPI) consideri la sicurezza digitale molto importante o addirittura cruciale.
«La sicurezza informatica è sempre più un fattore cruciale», commenta Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Le MPI mostrano una crescente consapevolezza sui rischi della digitalizzazione e dedicano molta attenzione alla sicurezza, in termini di prevenzione di attacchi ed eventuali azioni di recupero dei dati. A supporto, c’è un piccolo esercito di 200 imprese artigiane trevigiane dell’ICT (1.141 venete) pronte a consigliare e aiutare gli imprenditori nell’apportare le adeguate contromisure».
Gli “attacchi” possibili sono numerosi: si può trattare di virus, spyware o malware, attacco di phishing, acquisizione di account o furto di identità, hacking (compresi i tentativi) di conti bancari online, accesso non autorizzato a file o reti, ransomware (malware che limita l’uso dei dispositivi e permette di ripristinare le funzionalità dopo il pagamento di un riscatto), attacco DoS (che impedisce di accedere alla rete o alle risorse del computer), ascolto non autorizzato di videoconferenze o messaggi istantanei.
«Solo nel 2022», aggiunge Domenico Baldasso, presidente della comunità ICT, «il 61% di tutti i cyberattacchi hanno avuto come obiettivo le PMI di tutto il mondo. Buona parte delle motivazioni risiede nel fatto che le PMI sono poco attrezzate alla prevenzione degli attacchi cyber e conservano una grande quantità di informazioni riservate. Dalle buste paga alle informazioni bancarie, obiettivo ghiotto per i cyber criminali. Bisogna sicuramente mettere in atto, più che attività formative, vere e proprie campagne di sensibilizzazione sul tema, facendo capire alle PMI che gli attacchi possono non solo essere paralizzanti a livello lavorativo, ma possono minare la fiducia dei clienti».
Per trattare del tema Confartigianato Imprese Marca Trevigiana ha organizzato l’evento “LE IMPRESE ARTIGIANE E LE PMI NEL MIRINO DEI CYBER CRIMINALI – Strategie di attacco e di difesa per le aziende e lo Stato”.  Dove sono stati approfonditi i seguenti temi:
·        il business del crimine informatico, come sono organizzati i cyber criminali e quali sono i principali metodi di attacco
·        l’impatto economico ed il danno reputazionale del crimine informatico
·        l’importanza di creare consapevolezza negli utenti per evitare la perdita di dati e compromettere la fiducia dei clienti.
Grazie all’intervento del Ten. Col. Francesco Passaniti, Cert Difesa, Comando per le Operazioni in Rete, Ministero della Difesa e di Mauro Cicognini, del Comitato scientifico del Clusit si è discusso di :
·        caratteristiche globali della guerra cibernetica
rischi per le imprese nelle catene di fornitura.

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