Eventi - pubblicata il 31 Gennaio 2018
Al 31 dicembre 2017 nei territori di Treviso e Belluno si contano 94.080 imprese attive, di cui 28.046 imprese artigiane (il 29,8%).
Dal confronto con la situazione di un anno fa, si evidenzia – dopo una serie storica negativa di cinque annualità – un lieve saldo positivo per la provincia di Treviso, già intravisto su base
congiunturale lo scorso trimestre, mentre prosegue, anche se in modo meno intenso, la contrazione del numero di imprese in provincia di Belluno. In particolare:
in provincia di Treviso si contano 79.672 imprese attive, poco più che stabili rispetto al 31.12.2016 (+37 unità), contro le -547 di un anno fa (-0,7% sul totale);
in provincia di Belluno si contano 14.408 imprese attive, -22 imprese rispetto al 31.12.2016 (-0,2%), contro le -119 imprese attive di fine 2015 (-0,8% sul totale).
Si colloca in positivo, per entrambi i territori, il settore dell’agricoltura che guadagna, rispetto al 31 dicembre 2016, +212 imprese (+1,5%) in provincia di Treviso e +39 imprese (+2,0%) in
provincia di Belluno. Permangono ancora in controtendenza negativa, anche se in modo meno intenso rispetto all’anno precedente, tre comparti:
l’edilizia: la flessione di -163 imprese nel trevigiano (contro le -307 dello scorso anno) e -49 nel bellunese (contro le -52 dello scorso anno) per un totale complessivo di -212 imprese
(contro le -359 dello scorso anno);
il commercio al dettaglio: a Treviso la flessione è di -116 imprese (contro le -171 dello scorso anno); a Belluno la flessione è di -28 imprese (contro le -49 di un anno fa) per un
totale complessivo di -144 imprese (contro le -220 dello scorso anno);
il manifatturiero: a Treviso la flessione si riduce a -33 imprese contro le -138 dell’anno scorso mentre a Belluno si perdono -11 imprese contro le -39 di un anno fa. In entrambi i
territori il settore che perde più imprese è l’industria del legno.
L’artigianato, risente in buona parte dell’effetto della contrazione nell’edilizia. Il complesso delle imprese artigiane perde -143 imprese a Treviso (contro le -374 dello scorso anno) e -65 a
Belluno (in linea con le -66 dello scorso anno).
“I dati di fine anno sulle aperture e chiusure delle imprese a Treviso, ci comunicano la buona notizia della ritrovata fiducia degli imprenditori nel fare impresa – commenta il
Presidente Mario Pozza – . “E’ un aspetto che si sta delineando già da due anni ed ora iniziamo a vederne gli effetti. Su Belluno permane un bilancio annuo ancora
negativo, ma tendenzialmente stabile rispetto ai periodi precedenti. Qui stiamo lavorando con le istituzioni sul contesto territoriale nel suo complesso, con la ferma volontà di ridare energia
economica con gli accordi territoriali, ad una specificità montana che può risultare ancora più attrattiva per collocare la sede d’impresa rispetto agli altri territori
concorrenti”.
Provincia di Treviso
Al 31 dicembre 2017 lo stock di imprese attive provinciali, si attesta a 79.672 unità e risulta in recupero di +37 unità rispetto alla consistenza di fine 2016. Dopo la crescita congiunturale,
evidenziata lo scorso trimestre (+139 imprese), si assiste anche ad un lieve recupero su base annua, dopo una serie storica di cinque annualità di perdite tendenziali cospicue: -547 imprese (-0,7%)
e -699 imprese (-0,9%) perse rispettivamente nello stesso periodo dell’anno scorso e di due anni fa.
Il maggiore contributo positivo viene dal settore dell’agricoltura che è tornato a crescere nel corso del 2017 dopo le forti contrazioni subìte dal 2009 e la fase di stabilità
dell’ultimo biennio. Il comparto registra, in particolare, +212 nuove imprese rispetto a dicembre 2016 (+1,5%) ed è sostenuto particolarmente dalle attività di coltivazione di uva che da
dicembre 2016 a dicembre 2017 hanno conosciuto una crescita di +339 sedi d’impresa.
Mantengono un trend positivo il comparto dei servizi alle imprese e quello dei servizi alle persone. Rispetto al 31.12.2016 i primi guadagnano +76 imprese (+0,5%)
grazie al buon andamento delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+59 unità, +1,9%), delle attività di servizi di supporto alle imprese (+58 unità, +3,0%), delle
attività finanziarie e assicurative (+53 unità, +2,6%), delle attività dei servizi di informazione e comunicazione (+29 unità, +1,8%) e nonostante il segno negativo delle
attività immobiliari (-80 unità, -1,4%) e delle attività di trasporto e magazzinaggio (-43 unità; -2,3%).
I servizi alle persone sono l’unico comparto in crescita sia rispetto all’anno precedente (+104 imprese, +2,2%) che rispetto al trimestre precedente (+15 unità, +0,3%) e con il
contributo positivo di tutte le attività del comparto.
Risultano invece in diminuzione, sia su base congiunturale che tendenziale, il settore delle costruzioni, il commercio, il manifatturiero.
Le contrazioni più importanti sono a carico dell’edilizia che perde -163 imprese (-1,4%) rispetto al 31.12.2016 e -57 unità (-0,5%) rispetto al trimestre precedente anche se con
un’intensità attenuata rispetto ai valori di un anno fa (rispettivamente -307 su base annua e – 110 su base trimestrale).
Il commercio perde -147 imprese attive (-0,8%) rispetto ad un anno fa e -28 unità (-0,2%) rispetto a settembre 2017 a causa soprattutto della sofferenza del commercio al
dettaglio (-116 imprese rispetto all’anno scorso), ma anche del commercio all’ingrosso (-48 imprese); per entrambe le tipologie, tuttavia, in attenuazione rispetto a
quanto perso negli anni precedenti.
Il manifatturiero, che subisce una contrazione di -33 imprese (-0,3%) su base annua e di -44 imprese (-0,4%) su base trimestrale, evidenzia un trend ancora in diminuzione, ma in
attenuazione rispetto all’anno precedente (rispettivamente -138 e -59 imprese). Le flessioni tendenziali più importanti, avvenute nel corso del 2017, sono a carico dell’industria del legno
(-37 imprese) per il comparto del legno-arredo e dell’industria dell’abbigliamento (-17) per il comparto sistema moda, non sufficientemente compensate dal recupero della
metalmeccanica (+12 unità).
La consistenza del settore alloggio e ristorazione perde -21 imprese (-0,5%) rispetto all’anno scorso a fronte di un trend in crescita registrato nelle due annualità precedenti
(+68 e +18 le variazioni assolute tra il 2016/2015 e tra il 2015/2014).
L’analisi dei flussi delle iscrizioni e delle cessazioni, relativi alle ultime tre annualità, evidenzia una sostanziale stabilità delle iscrizioni (che passano da 4.880 del 2015 a
4.885 unità del 2017) contro invece una riduzione delle cessazioni non d’ufficio (da 5.180 a 4.766), per un saldo positivo di +119 unità.
Le imprese artigiane
L’insieme delle imprese artigiane, scende da 23.185 a 23.042 unità e fa registrare una variazione di stock negativa (-143 imprese, -0,6%) rispetto al complesso delle imprese anche
se in attenuazione rispetto a quanto perso nel corso del 2016 (-374 unità).
Le flessioni si concentrano essenzialmente nell’edilizia (-116) e nel manifatturiero (-98); il primo settore manifatturiero maggiormente interessato dalla contrazione è l’industria del
legno (-27). All’interno dei servizi alle imprese (+4) risultano in contrazione le attività di trasporto e magazzinaggio (-40).
Provincia di Belluno
Al 31 dicembre 2017 la demografia d’impresa della provincia di Belluno risulta costituita da 14.408 imprese attive, in lieve diminuzione (-22 unità, -0,2%) rispetto alla consistenza dell’anno
precedente, ma in forte attenuazione rispetto alle contrazioni delle scorse annualità (-119 e -207 le variazioni assolute rispettivamente tra il 2016/2015 e tra il 2015/2014).
Anche per il territorio bellunese il contributo positivo più importante arriva dal settore dell‘agricoltura che risulta in crescita di +39 unità (+2,0%) rispetto al 31.12.2016 e
poco più che stazionario rispetto al trimestre precedente (+4). La ripresa annua è sostenuta particolarmente dalle attività di floricoltura e coltivazione di colture non
permanenti (+16) e dalle attività di allevamento di animali, in particolare da quelle dedite all’allevamento di ovini e caprini (+10).
Anche il settore alloggio e ristorazione presenta un saldo positivo dal confronto con l’anno precedente (+15 imprese, +0,8%), ma risulta ancora negativo il confronto con lo scorso
trimestre (-10).
Tra le attività dei servizi in positivo solo i servizi alle persone che crescono sia su base tendenziale (+12 imprese, +1,3%) che congiunturale (+2 unità, +0,2%) mentre i
servizi alle imprese sono in diminuzione su entrambi i periodi (rispettivamente -14 imprese, pari al -0,6% e -31 unità, pari al -1,4%). All’interno delle attività
del terziario è positivo il bilancio delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+7 imprese) e delle attività di supporto alle imprese (+3).
Non risultano superate le criticità del settore edile che perde -49 imprese rispetto all’anno precedente (era pari a -52 la variazione assoluta tra il 2016/2015), del
commercio al dettaglio con -28 imprese, anche se in attenuazione rispetto alla variazione assoluta dell’anno precedente (-49 tra il 2016/2015) e delle attività
manifatturiere, che complessivamente perdono -11 imprese (contro le -39 di un anno fa) quasi esclusivamente a carico dell’industria del legno (-12).
L’analisi dei flussi delle iscrizioni e delle cessazioni in provincia di Belluno porta ad evidenziare, tra il 2016 e il 2017, una lieve diminuzione delle prime (-12), che si
portano a quota 807, ed un aumento delle cessazioni non d’ufficio (+20). Il saldo permane negativo (-58), in attenuazione rispetto a quello del 2015 (-99), ma in crescita rispetto a quello
dell’anno precedente (-26).
Le imprese artigiane
Le imprese artigiane bellunesi scendono da 5.069 a 5.004 unità e perdono -65 sedi artigiane rispetto al 2016 (-1,3%). Il calo è in linea con quello registrato tra il 2016 ed il 2015 (-66 imprese
artigiane, pari al -1,3%).
Anche per Belluno la diminuzione interessa principalmente il settore delle costruzioni (-41 imprese); segue il manifatturiero (-13 imprese) che perde -12 imprese metalmeccaniche e -9
imprese dell’industria del legno.
Per informazioni
Ufficio Studi, Statistica e Prezzi
Camera di Commercio di Treviso – Belluno
Tel. 0422 595222
e-mail: statistica@tb.camcom.it