Economia - pubblicata il 21 Febbraio 2017
Treviso, 20 febbraio 2017
Il quadro generale
L’analisi di dettaglio degli indicatori per il manifatturiero bellunese
1) Produzione
Colpo di reni per la produzione industriale bellunese sul finale d’anno. Parallelamente alle rilevazioni
nazionali, l’indice della produzione per le imprese con oltre 10 addetti ha registrato, infatti, un aumento del 2,2% congiunturale, recuperando il riscontro negativo (-1%) del terzo trimestre.
Ancor maggiore l’incremento su base annua che è risultato pari a 5,4%, superiore al 5,2% rilevato nel secondo trimestre e, in serie storica, il migliore dal secondo trimestre 2015.
Anche le imprese di piccole dimensioni hanno risentito del momento favorevole, mostrando un progresso
importante, più significativo sul piano congiunturale che sul quello tendenziale.
Nonostante i riscontri positivi, il quadro previsionale offerto dagli imprenditori evidenzia una minore
fiducia nei confronti del futuro, con i pessimisti che sopravanzano gli ottimisti. Benché prevalga la posizione di stallo (48,9%), il saldo tra le aziende che prevedono un aumento e quelle che
paventano una diminuzione della produzione si porta in campo negativo (-6,5 punti percentuali).
2) Fatturato e nuovi ordinativi
La variazione tendenziale del fatturato, +5,1%, sintetizza un andamento favorevole sia del mercato domestico
(+4,2%) sia di quello estero (+8%), il quale si rivela essere, anche attraverso la lettura degli altri indici, il vero motore della spinta espansionistica.
Trend nuovamente positivo per gli ordinativi che dimostrano di aver superato la debolezza congiunturale
ravvisata nel terzo trimestre. Il portafoglio ordini risulta in crescita anche grazie al ritrovato vigore delle acquisizioni oltre frontiera.
La variazione tendenziale degli ordini interni si spinge a +4,6%, mentre il mercato estero matura un
lusinghiero +11,3%; si prolunga di conseguenza il calendario della programmazione aziendale che si perfeziona in 72 giorni.
Tuttavia, nelle stime per i prossimi tre mesi gli imprenditori esprimono prudenza. Al miglioramento delle
condizioni del mercato internazionale, che si riflette in un riconquistato equilibrio espresso dal 77,7% delle imprese intervistate e in una prevalenza degli ottimisti sui pessimisti (+8 punti
percentuali), si contrappone una minor aspettativa sul fronte interno. Diminuisce infatti la schiera di chi prevede un aumento degli ordini nazionali e si rafforza il drappello delle aziende
orientate a un calo, pur in un contesto in cui la maggioranza (46,6%) si dichiara per la stazionarietà. Il sentiment negativo prevale e porta il saldo a -5,3 p.p., a cui si affianca
anche una minor speranza di riscontri positivi per il fatturato complessivo (saldo -3,5 p.p.).
L’analisi di dettaglio degli indicatori per il
manifatturiero trevigiano
1) Produzione
Nel quarto trimestre 2016 la produzione industriale trevigiana recupera bene, come è fisiologico, sul
trimestre estivo (+5,8%), ma fa invece registrare una variazione su base annua decisamente sottotono (+0,8%): in netta decelerazione rispetto ai ritmi di crescita rilevati nei trimestri
precedenti (3-3,5%) e con uno scostamento rilevante rispetto al dato medio regionale (+2,7%).
Questa decelerazione nella crescita dei livelli di output trova riscontro nel grado di utilizzo degli
impianti: indicatore che ora si porta al 72% quando lo scorso trimestre era al 73,5% e sfiorava il 75% tra marzo e giugno.
Quali sono le componenti che possono avere determinato questa decelerazione? Il campione d’imprese
utilizzato (318 imprese intervistate, per un totale di quasi 13.000 addetti) non consente analisi settoriali statisticamente significative, ma permette comunque di fornire alcune indicazioni
importanti.
Innanzitutto piccole imprese (10-49 addetti) e medie imprese (50-249 addetti) presentano dinamiche
differenti. Per queste ultime la decelerazione finisce di pochissimo in territorio negativo (-0,1%); per le “10-49 addetti” la produzione invece cresce su base annua del +2,0%, quasi in linea con
la media regionale.
Questa divaricazione nelle dinamiche della produzione si accentua, in particolare, anche se non in modo
esclusivo, nel legno mobilio. Ciò spiega in modo plausibile lo scostamento del dato trevigiano rispetto al dato medio regionale, vista la rilevanza del settore nel territorio. Elemento
condizionante, come subito vedremo, l’andamento del fatturato estero.
2) Fatturato e nuovi ordinativi
Come per la produzione, anche la variazione tendenziale del fatturato (praticamente piatta, del +0,2%)
nasconde una “forbice” ancora più ampia nelle performance tra piccola impresa (per loro è del +2,6% la crescita del fatturato totale su base annua) e media impresa (per la quale invece il
fatturato totale risulta in flessione del -1,8%). Questa forbice sembra tutta spiegata dall’andamento del fatturato estero: che per le “10-49 addetti” resta in crescita (+4,8% su base annua),
come anche per le 5-9 addetti (+3,7%), mentre per le “50-249 addetti” risulta in calo (-3,7%).
E’ corretto avvertire che siamo in presenza di stime campionarie, che andrebbero lette non come valori
puntuali ma come valori che oscillano attorno ad un intervallo. Quale sarà il dato finale sull’export trevigiano per il 2016 lo sapremo soltanto attraverso i dati ufficiali ISTAT. Ma da questa
stessa fonte avevamo ricevuto ampia premonizione di possibili criticità nella fotografia relativa ai primi 9 mesi dell’anno: quando già il ritmo di crescita dell’export trevigiano si era
attenuato al +1,4% su base annua (rispetto al +5,8% del 2015) con i mercati extra-Ue a fare da freno (-1,7%).
Occorre ricordare che era dal 2009 che il commercio mondiale non rallentava in modo così vistoso, pur senza
andare in territorio negativo come allora. Peraltro, tutte le analisi convergono nel ritenere il 2017 un anno di ripartenza dell’interscambio mondiale. Cosa che pare già trovare riscontro nelle
imprese trevigiane per come torna a crescere in modo più sostenuto la raccolta ordini dall’estero (+4,4% su base annua, contro un tendenziale del +2% rilevato lo scorso trimestre). E senza
sostanziali differenze tra piccola e media impresa. Segnali positivi che si proiettano anche nelle aspettative sulla domanda estera per i prossimi mesi: il 27,5% degli intervistati prevede un
aumento degli ordinativi esteri, contro un 16% di pessimisti. Da non sottovalutare il fatto che la maggioranza assoluta degli intervistati (56%) ritiene stabili i livelli attuali della domanda
estera.
Strutturalmente più debole la dinamica degli ordini dal mercato interno, che da due trimestri a questa parte
oscilla stanca attorno al +1% su base annua. E genera incertezza a livello di previsioni: quote simili (23%) di giudizi di aumento o flessione si elidono a vicenda. Per la maggioranza, sul
mercato interno le cose nel breve non cambieranno.
I giudizi di previsione sulla produzione fanno un po’ sintesi di queste diverse situazioni: avanti così,
per i più (52%), un 26% scommette per un miglioramento, quota che di poco sopravanza coloro invece che (22%) ancora temono un peggioramento.
A cura dell’Ufficio Studi e Statistica della
Camera di Commercio di Treviso – Belluno
Consulta:
Tavole Belluno – Treviso
Andamento dei principali indicatori dell’industria manifatturiera nel quarto trimestre 2016 (variazione % congiunturale e annuale) e previsioni per i prossimi tre mesi
Grafici Belluno – Treviso
Indice grezzo e destagionalizzato della produzione manifatturiera 10 addetti e più
Serie trimestrale 1° 2010 – 4° 2016 (base 2010 =100)
Grafico Treviso
Andamento del fatturato – Variazioni trimestrali tendenziali 1° trim. 2010 – 4° trim. 2016