Economia - pubblicata il 03 Gennaio 2018
Fonte: ufficio stampa Confartigianato Imprese Marca Trevigiana
La sconfortante considerazione è che per le piccole imprese non si sia fatto praticamente nulla.
Sul fronte della burocrazia e degli adempimenti le cose sono, non solo invariate, ma addirittura peggiorate: dalle costanti variazioni apportate al calendario dello spesometro,
all’introduzione obbligatoria della fattura elettronica con aggiunta di nuovi adempimenti comunicativi con cadenza mensile, per finire con il mancato accoglimento delle istanze volte alla
semplificazione in materia di fruizione dei crediti fiscali senza dimenticare il pasticcio sulla detrazione dell’IVA e l’irrisolto nodo del riporto delle perdite per i contribuenti in
regime semplificato con criterio di cassa.
L’elenco si allunga con il rinvio dell’imposta sul reddito d’impresa (IRI) e con il mancato accoglimento della richiesta di ampliamento della deducibilità dell’IMU sugli immobili
strumentali.
Scarsa consolazione proviene dalla proroga delle agevolazioni in materia di ristrutturazione edilizia.
L’unica nota che poteva avere una reale valenza positiva correlata alla proroga del super e dell’iper ammortamento in chiave Industria 4.0, è purtroppo difficilmente fruibile per ragioni
strutturali dalle piccole imprese.
Prendiamo atto che il legislatore ha deliberatamente inteso ignorare le questioni prioritarie per il mondo artigiano e per le piccole imprese che non chiedevano né favori né agevolazioni, ma buon
senso ed equità e su questi presupposti si fondava l’azione di lobby coltivata dal sistema Confartigianato a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale .
È chiaro che così va all’aria ogni proposito di collaborazione, avanzato peraltro dalle istituzioni medesime.
È scontato che Confartigianato guarderà con molta attenzione, in vista del prossimo avvicendamento istituzionale, agli aspiranti rappresentanti della collettività con il filtro della sensibilità
per i temi inutilmente già presentati ai loro predecessori.