Naturale inclinazione, ciclo di incontri pubblici 20, 22 settembre 2023 – RINVIATO

Vite da animali Naturale inclinazione ciclo di incontri pubblici dedicati alla cultura del giardino nel mondo contemporaneo 20, 22 settembre 2023 Spazi Bomben, Fondazione Benetton, via Cornarotta 7-9, Treviso


Eventi - pubblicata il 18 Settembre 2023


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Fonte: ufficio stampa Fondazione Benetton Studi Ricerche

 

 

RINVIATO a data da destinarsi

Mercoledì 20 settembre alle ore 17.30 e venerdì 22 settembre, con due appuntamenti alle ore 18 e alle ore 20.30, proseguirà, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, Naturale inclinazione, il ciclo di incontri dedicato alla cultura del giardino nel mondo contemporaneo, organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Simonetta Zanon (coordinatrice area progetti paesaggio), e quest’anno dedicato al tema Vite da animali.
Gli appuntamenti saranno anche trasmessi in streaming sul canale Youtube della Fondazione Benetton.

Mercoledì 20 settembre le api saranno le protagoniste di un incontro a carattere seminariale nel quale tre figure impegnate nel campo del paesaggio – tra ricerca, pratica progettuale, comunicazione, azione civica e attivismo ecologico –, racconteranno il loro incontro professionale e personale con questi insetti straordinari.

Claudia Zanfi, Green Island, Milano, parlerà del suo progetto Alveari urbani dedicato alla diffusione dell’apicoltura urbana, alla sensibilizzazione sul ruolo fondamentale che le api rappresentano per la biodiversità e la sicurezza alimentare, alla conoscenza delle specie botaniche utili per gli impollinatori, al coinvolgimento attivo dei cittadini nella loro salvaguardia negli ambienti urbani. Alveari Urbani si occupa di incentivare l’arte e la creatività, chiamando a raccolta artisti e designer a cui viene data la possibilità di ideare arnie uniche e innovative nello loro forme, la cui costruzione avviene in collaborazione con artigiani locali e attraverso l’uso di materiali ecologici. Per la creazione di luoghi utili per le api vengono privilegiati spazi in disuso o abbandonati nei quali si organizzano corsi, laboratori, eventi e attività collettive per far conoscere il mondo di questi insetti così importanti, nell’idea che riflettere sui molti modi di praticare l’apicoltura urbana possa indirizzarci verso comportamenti utili alla salvaguardia dell’ambiente che abitiamo, proprio seguendo il modello dell’alveare, con la sua bellezza, laboriosità sociale e capacità di generare ricchezza.Il progetto ha generato innumerevoli iniziative e ha vinto importanti riconoscimenti tra cui il Premio Expo in Città per la salvaguardia della biodiversità urbana e il Premio Timberland per la creatività.

Filippo Piva, PAMPA-Progetto Ambiente e Paesaggio, Repubblica di San Marino, parlerà del Bioparco Apistico San Marino, progettato dallo Studio Pampa, e dedicato alla conoscenza e divulgazione di temi legati alla biodiversità e al rapporto virtuoso tra uomo e natura. L’obiettivo principale riguarda la tutela e conservazione genetica dell’ape autoctona del territorio italiano e sammarinese, Apis mellifera Ligustica, e di tutti gli impollinatori selvatici, mai così in crisi come in questi ultimi anni, che qui potranno moltiplicarsi e contribuire al ripopolamento generale e all’incremento della biodiversità.Il percorso all’interno del parco è stato strutturato in modo da far comprendere ai visitatori il lungo e appassionante tragitto che, nei secoli, uomo e ape hanno percorso insieme. Oltre alla vegetazione più adatta alla vita delle api, si potranno conoscere strutture antiche e recenti per il loro allevamento, dalle arnie Top Bar, più rispettose delle dinamiche naturali, alle Warrè, alle Dadant o al Bugno rustico o ai tronchi cavi naturali. Una camera di volo permetterà ai visitatori di sperimentare le dinamiche di un’arnia in totale sicurezza e alcune librerie per insetti utili saranno a disposizione per laboratori didattici con gli studenti per l’inserimento di materiali adatti alla loro nidificazione.

Elena Antoniolli, Università di Firenze, parlerà di Prati di città per api e altri insetti: l’esempio di Berlino. Le api selvatiche sono le sorelle sconosciute dell’ape mellifera. In Germania vivono seicento specie (finora conosciute), di cui oltre trecento a Berlino. Questi insetti vivono solitari oppure, come i bombi, formano colonie annuali. Le api selvatiche impollinano molte piante spontanee e coltivate ma la loro esistenza è gravemente minacciata perché il loro habitat e le fonti di cibo stanno scomparendo. Le api selvatiche hanno bisogno di aree fiorite ricche di specie per sé e per il sostentamento della propria prole. Dal 2018, la Deutsche WildtierStiftung (Fondazione tedesca per la fauna selvatica) assieme al Dipartimento per l’ambiente, la mobilità e la protezione del clima del Senato di Berlino, sta convertendo alcuni spazi aperti pubblici in habitat per gli impollinatori urbani, garantendo un contributo attivo alla protezione di questi insetti. Ciò che va bene per le api selvatiche va bene anche per gli altri impollinatori. Pertanto, le misure pianificate si basano sulle elevate esigenze di queste specie altamente specializzate. In particolare, nel cimitero paesaggistico di Eythstrasse, posto al confine tra i quartieri Schöneberg e Tempelhof, è stato predisposto un prato di fiori selvatici di circa ottocento metri quadrati proprio per offrire una fonte alimentare adeguata a questo gruppo di insetti assolutamente fondamentale.

Il seminario si aprirà con la proiezione del cortometraggio Ape Regina di Nicola Sorcinelli (Italia, 2019, 13’)introdotto da Alessandro Padovani, sceneggiatore.
Ape regina racconta di Elsa, che ha settant’anni e cinque arnie vuote. Le api se ne sono andate così come suo marito, a cui non perdona di essere morto prima di lei. Solo una nuova ape regina, se accettata, potrebbe far ritornare le api. Una mattina trova nascosto nella rimessa Amin, un ragazzo di sedici anni scappato da un centro per immigrati. La polizia lo sta cercando, lui vuole raggiungere la Finlandia. Elsa decide di dargli ospitalità in cambio di un aiuto con le sue arnie, fino a quando dovrà lasciare andare anche lui.
Il corto nasce dal concorso Una storia per Emergency, iniziativa rivolta a ragazzi e ragazze tra i 16 e i 25 anni per promuovere una riflessione sulle conseguenze sociali e sanitarie della guerra, sul diritto universale alla cura, sull’accoglienza e sulla tutela dei diritti umani. Il progetto ha vinto il Best Brand Storytelling Award al BeShort, il primo festival in Italia dedicato ai cortometraggi Branded Entertainment, organizzato da Giffoni Innovation Hub.

 

Naturale inclinazione si concluderà venerdì 22 settembre con due appuntamenti.
Alle ore 18 è in programma l’incontro pubblico Paesaggi terrestri cercansi con Matteo Meschiari, antropologo, Università di Palermo. Introduce Luigi Latini, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche
Nel frattempoanchel’immaginarioterrestre è cambiato. Ad esempio, in che modo nei tempi piùrecentisi è trasformatal’etica e l’esteticagreen? Il vecchiopaesaggiorurale, il vivere bucolico, il giardinodomestico, l’hortusconclususnon sonopiù il polo verde di unadialetticaotium/ negotium, non funzionanopiù come l’oasiescapista di chi rigetta la societàdei molto-troppi, ma sonogià in potenzal’ecofortezzaelitaria in cui alcunifortunati, plausibilmente molto ricchi, potrannorifugiarsi per assistere al crollodell’umanitàrestando al sicuro. Cosìanche un alberofiorito, un pezzo di campo, un pratoverdesonoormaiabitati dal fantasmadellaperditaìmminente, dal dubbio di ritrovarsi o menodallapartegiusta del muro. L’acqua non è più il bene di tutti ma l’oroliquidoche presto finirà e saràgestito da multinazionali o da oligarchi senza scrupoli. Il mare non è più la via cheunisce le terre ma il teatro di unaguerra di migrazione. I rifiuti non sonopiù il problemamacroscopico di alcunemetropoli ma sono lo scenario totalizzante del nostro futuro. In altre parole, ancheipaesaggipiùamenichepossiamoinventarci in un romanzo, chediamo come sfondo a unapubblicità di automobili, cheinglobiamo in una rete turisticaormaimuseale, sonoinfestatidalle ombre strisciantidell’Antropocene. (M.M.)

Alle ore 20.30si terrà laproiezione del film The Hunterdi Daniel Nettheim (Australia, 2011, 102’), introdotta da Matteo Meschiari.
Il cacciatore Martin David, interpretato da Willem Dafoe, viene ingaggiato da una misteriosa società di biotecnologie e mandato in Tasmania a catturare l’ultimo esemplare di Thylacinuscynocephalus, la fantomatica tigre della Tasmania considerata estinta dal 1936 che, come un fantasma, continua periodicamente a essere avvistata nelle aree più selvagge dell’isola.
In una scena del film il protagonista guarda un video, facilmente reperibile in rete, girato nello zoo di Hobart nei primi anni trenta del Novecento dove l’ultimo esemplare noto di questa specie visse fino alla fine dei suoi giorni, che mostra qualcosa che nell’universo sappiamo che non esisterà mai più, che non si ripeterà mai più. «Nel ralenti zoppicante della pellicola il misterioso marsupiale si muove come uno xenomorfo di Hans ReudiGiger, bilanciandosi a volte sulla lunga, sgraziata coda, come un canguro, spalancando una bocca quasi disarticolata e, a volte, per un istante, guardando in macchina come una Medusa australe. Personalmente sono rimasto folgorato, trafitto da parte a parte, come se mi fossi affacciato su un abisso temporale pieno di presenze che non riescono a darsi pace. Nel film Dafoe ucciderà l’animale, ma solo per non farlo cadere nelle mani della compagnia di biotecnologie che contava di ricavare dal suo DNA una neurotossina da utilizzare in ambito bellico. Ultimo della sua specie, l’animale non fugge, china la testa e si lascia uccidere, e con lui muore per sempre una parte incalcolabile di noi. Ma quale?» (M.M.)

 


Il ciclo Naturale inclinazione è ispirato alla figura del paesaggista Ippolito Pizzetti (1926-2007).

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.
Gli incontri si svolgeranno nell’auditorium di Palazzo Bomben (via Cornarotta 7, Treviso).
Per gli architetti che presenzieranno agli appuntamenti, è previsto il rilascio di crediti formativi da parte dell’Ordine professionale.
Il seminario di mercoledì 20 e l’incontro pubblico di venerdì 22 settembre saranno anche trasmessi in streaming sul canale Youtube della Fondazione Benetton.

 

Biografie relatori

Claudia Zanfi, storica dell’arte e appassionata di giardini, collabora con istituzionipubbliche e private, promuoveprogettidedicati ad arte, società, paesaggio.
Nel 2001 fonda e dirige il programma internazionale green island per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane. Realizza l’omonima collana editoriale ‘Green Island’ con vari titoli, tra cui Flora Urbana, I Giardini di Piet Oudolf, Le api, l’arte e la città (Corponove edizioni).
Nel 2010 fonda lo studio di progettazione e diffusione del verdeatelier del paesaggio, per la rigenerazione di spaziabbandonati o in disuso, la realizzazione di ortiurbani e giardinid’artista.
Nel 2015 vince il premio Expo in Città con il progettoalveariurbani, dedicatoallasalvaguardiadelleapi e dellabiodiversitàurbana. Ha creatoAmiche del Verde, la prima rete italiana di donnechesioccupa di tutela del verde e Sciame, progettointernazionalededicatoadapicoltrici artiste.
È statafinalista per iprogetti di Lausanne Jardins (CH) e della Biennale SpazioPubblico (Roma). Ha insegnatoVisual Cultures alla Middlesex University di Londra e Urban Visions alla Domus Academy di Milano. Collabora con European Landscape Convention-Council of Europe.

www.amaze.it / www.atelierdelpaesaggio.worldpress.com

Filippo Piva, architetto del paesaggio e agronomo, socio AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), docente a contratto presso le Università di Firenze e Bologna, è fondatore dello studio PAMPA Progetto Ambiente Paesaggio dove si occupa di progettazione paesaggistica di spazi pubblici e privati. Il collettivo multidisciplinare di professionisti dello studio PAMPA è composto da agronomi, architetti, forestali e opera in Italia e all’estero con progetti di architettura del paesaggio e progettazione ambientale.
Il suo approccio progettuale mira principalmente a creare una relazione fra l’uomo e l’ambiente naturale, considerando il paesaggio come la sintesi dell’interazione tra queste due componenti. Nel tentativo di perseguire questo obiettivo, emerge chiaramente la necessità di coniugare la precisione del segno grafico del progetto con la variabilità degli elementi naturali in un ideale equilibrio.
www.pampastudio.eu/

Elena Antoniolli è architetto, si è specializzata in Architettura del Paesaggioall’Universitàluav di Venezia, dove ha conseguitoanche un Master di secondo livello in Architettura del Paesaggioe del Giardino. Dal 2014 ha collaborato con CZstudioassociati e a partire dal 2017 con Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso. In seguito haconiugatol’attività di libera professionista, con la collaborazionealladidatticaall’Universitàluav di Venezia. Ha concluso da poco un soggiorno di ricerca a Berlino come parte delsuoprogramma di dottorato con l’Universitàdegli Studi di Firenze, nell’ambito del quale indagala coabitazioneurbanatra le diverse comunità di vita: animali (umani e non), insetti, funghie piante, ponendol’attenzione, in particolare, sulle loro relazioniinteragenti.

Matteo Meschiariè antropologo, geografo e scrittore. Ha insegnato in varie università francesi e dal 2015 è professore associato di Geografia all’Università degli Studi di Palermo. Da anni svolge ricerche sul paesaggio in letteratura e sullo spazio percepito e vissuto in ambito europeo ed extraeuropeo. Tra le sue recenti pubblicazioni: Artico nero (2016); Geoanarchia(2017); L’ora del mondo (2019); Finisterre (2019); Antropocene fantastico (2020); Geografie del collasso (2021). Per Meltemi, ha pubblicato Disabitare (2018). Con Antonio Vena ha ideato il progetto “TINA – Storie della Grande Estinzione” sull’immaginario collettivo nell’Antropocene e i blog “La Grande Estinzione” e “Il problema di Grendel”.

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