Patrizia Valduga riceverà il Premio Comisso Scrittori Veneti alla carriera

Il 5 ottobre a Treviso il conferimento nel corso della finale del Premio Comisso 2024


Eventi - pubblicata il 12 Settembre 2024


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Fonte: Area Stampa, Comunicazione e Ufficio Studi

PATRIZIA VALDUGA, POETA ESEMPIO UNICO DI CLASSICITA’ E MODERNITA’, E’ PREMIO COMISSO SCRITTORI VENETI 2024

Il riconoscimento dell’Associazione Amici di Comisso e Fondazione CMB verrà assegnato nel corso della finale del Premio Comisso il 5 ottobre a Treviso

E’ Patrizia Valduga, poeta nata a Castelfranco Veneto e cresciuta a Belluno, il Premio Comisso alla Carriera Scrittori Veneti 2024, riconoscimento promosso dall’Associazione Amici di Comisso e Fondazione CMB per valorizzare il percorso culturale e letterario di un autore di nascita, formazione o residenza in Veneto, che si sia affermato a livello nazionale ed internazionale.

Il Premio sarà consegnato a Patrizia Valduga nel corso della cerimonia finale del Premio Comisso del 5 ottobre al Teatro comunale Del Monaco di Treviso.

E’ un grande orgoglio per noi premiare, nel ‘suo’ Veneto, la voce poetica di Patrizia Valduga, riconosciuta fin dal suo inizio da Gianfranco Folena, grandissimo italianista, che per molti anni è stato anche componente della Giuria Tecnica del Premio Comisso. Ringrazio Fondazione CMB che condivide questo progetto di promozione e valorizzazione della migliore cultura letteraria del nostro territorio che è al centro del nostro impegno come Associazione Amici di Comisso, dalle voci del presente con Venetarium a quelle del passato che rimangono attuali, a partire naturalmente da Giovanni Comisso, così Isabella Panfido del Direttivo dell’Associazione Amici di Comisso.

Con orgoglio sosteniamo e siamo al fianco di un’istituzione culturale come il Premio Comisso. La nostra Fondazione è sensibile al lavoro dei ‘maestri della parola’, che con il loro occhio capace di cogliere l’ineffabile sostanza dello spirito ci regalano prospettive sempre nuove sulla realtà, anche quella che ci riguarda più intimamente. – Afferma il Presidente di Fondazione CMB Tiziano Cenedese. – Non è infatti concluso il tempo della poesia, dell’arte, anzi: si scopre rinnovato, grazie anche a tanti giovani autori che hanno saputo mutuare il meglio da parte dei loro maestri. È ai giovani che guardiamo, sperando che il nostro aiuto possa essere loro utile a soddisfare le proprie ambizioni letterarie. Che possano un giorno ricevere un premio alla carriera come Patrizia Valduga, il cui fondamentale contributo alla cultura del nostro paese e della nostra regione è stato sicuramente capace di stimolare tante giovani menti. – Continua Tiziano Cenedese. – Talvolta, ci si rende conto di essere parte di qualcosa di unico e raro senza doverlo cercare lontano, perché è proprio alla porta di casa. Mi viene in mente uno dei racconti della raccolta che valse il premio Strega proprio a Comisso, nel quale il protagonista si stupisce di aver trovato la verità più pura di un luogo appena visitato proprio al momento del ritorno, o poco prima di partire. Ecco, non serve cercare lontano per trovare infinito talento, il Veneto ne è ricco e occasioni come queste ce lo ricordano ogni volta, conclude il Presidente di Fondazione CMB Tiziano Cenedese.

Il riconoscimento è stato attribuito all’unanimità per “la sua assoluta dedizione alla poesia che è “medicamento” e perdono, perché  La poesia è come l’amore, è nostalgia d’indivisibile. Entrambi si prefiggono un po’ di perdita di coscienza, un qualche smantellamento di quell’equilibrio infelice che è la nostra identità (da Lezione d’amore, 2004), per aver saputo essere nella sua poesia e nelle sue traduzioni un esempio unico di classicità e modernità, nel rigore inderogabile di forma e metrica.

Patrizia Valduga è ciò che scrive, in ogni sua cellula. Antiretorica, anticonvenzionale, sofisticata ed essenziale, icastica, sarcastica, vibrante, sapiente, scandalosa e fragile, straziata e dionisiaca, poeta fin nel respiro.

E’ veneta di nascita e di formazione, da quarant’anni vive a Milano ma chiama per nome le montagne bellunesi che frequenta. L’esordio esplosivo con Medicamenta del 1982 ottenne da Gianfranco Folena un apprezzamento illuminante ‘rigoroso virtuosismo metrico (ponendola accanto a Zanzotto) maturità formale’: con quel libro vincerà il premio Viareggio Opera Prima Poesia. Da allora, la sua opera si accresce di titoli che hanno fatto la storia della Poesia italiana, ma la sua voce, così unica anche nella realtà fisica, resta sempre riservata come un canto singolare, mai popolare, una monodia conturbante, per un pubblico di “aristoi”, una koinè di amanti appassionati e conoscitori delle sottili corde del dire. Valduga esercita nella scrittura l’arte della Poesia nella sua forma classica dove senso, ritmo e suono obbediscono a una metrica severa, indefettibile; l’onda del verso è, sempre, incantatrice. L’eros e il lutto, inscindibile binomio del dire d’amore, marcano il lungo scrivere versi di Patrizia Valduga, da Requiem, incatenato alla morte del padre, un libro “aperto” all’inesaurita memoria di un lutto, al più recente Belluno. Andantino e grande fuga, dedicato alla città tra le montagne, trapuntato di spirito acuminato e dolente. Ogni libro, non raccolta di versi ma libro solido e coerente, è costruito secondo una architettura musicale precisa: sonetti, terzine dantesche, ottave, quartine o madrigali, la metrica e signora del verso, non importa se si tratti d’amore, morte, politica o cronaca.

La lingua è sempre puntuale, diretta: aggressiva o vertiginosa, il rigore formale della sua poesia può guardare con disincanto e toccare con una immediatezza cristallina le note più basse del nostro essere nel mondo. E questa straordinaria qualità della poesia di Patrizia Valduga, quel suo farsi suono, battito e senso, si è messa al servizio della grande poesia straniera, per diventare tramite di bellezza nella nostra lingua. A Valduga si devono alcune delle migliori traduzioni poetiche pubblicate in Italia negli ultimi decenni: da John Donne a Stephane Mallarmé, da Shakespeare a Paul Valery, Ezra Pound, fino al più recente Sade.

Associazione Amici di Comisso

 

Patrizia Valduga nasce il 20 maggio 1953 a Castelfranco Veneto. Ha due anni quando la sua famiglia emigra a Belluno; qui compie i suoi studi. Alle elementari, per la sua bella voce e la sua perfetta dizione, e sempre scelta per leggere le poesie alla festa degli alberi e alle altre manifestazioni. Si iscrive al Liceo scientifico: è brava in matematica, scarsa in italiano; l’unica insufficienza della sua carriera scolastica l’ha avuta, una sola volta, in educazione fisica. Studia due anni Medicina a Padova, poi passa a Lettere e Filosofia a Venezia, dove si laurea con una tesi su Louis-Ferdinand Celine: L’iperbole celiniana, relatore Francesco Orlando.

Il 23 gennaio 1981 va a Milano per portare a Giovanni Raboni i suoi sonetti; è per vivere con lui che, nel gennaio del 1982, si trasferisce a Milano. Quattordici di quei sonetti sono subito pubblicati nell’Almanacco dello Specchio 10, 1981, con un’introduzione di Raboni. Nel febbraio del 1982 esce Medicamenta con il quale vince il Viareggio Opera Prima Poesia.  Negli anni successivi seguono: La tentazione, Crocetti 1985, in terzine dantesche, l ristampa accresciuta di Medicamenta, Einaudi 1989, Donna di dolori, Mondadori 1991, in distici, Requiem, Marsilio 1994, in ottave, Corsia degli incurabili, Garzanti 1996, in serventesi incatenati, Cento quartine e altre storie d’amore, Einaudi 1997, Prima antologia, 1998 (ristampa di Donna di dolori e Corsia degli incurabili), Quartine. Seconda centuria, Einaudi 2001, Lezione d’amore, Einaudi 2004, in madrigali, Postfazione a Ultimi versi di Giovanni Raboni, Garzanti 2006, metrica ispirata a Jacopone da Todi, Libro delle laudi, Einaudi 2012 (ristampa accresciuta della Postfazione, Poesie erotiche, Einaudi 2018 (ristampa antologica), Belluno, Einaudi 2019, in quartine di endecasillabi e settenari.

Tra gli autori da lei tradotti vi sono John Donne, Stephane Mallarmé, Paul Valery, Moliere, Shakespeare, Ezra Pound e Sade. Adesso sta traducendo i monologhi drammatici di Robert Browning.

In prosa ha pubblicato: Italiani, imparate l’italiano!, Edizioni d’If 2010 (accresciuto nel 2016), Poeti innamorati, Interlinea 2011, antologia, da Guittone a Raboni, Breviario proustiano, Einaudi 2011, massime e sentenze dalla Recherche, Per sguardi e per parole, Il Mulino 2018.

Ha ideato e fondato nel 1988 il mensile Poesia, prima rivista di poesia illustrata e venduta nelle edicole.  Ha collaborato con il Corriere della Sera, 1991-2000; Sette, 1997-8; Panorama, 1997-2000; Repubblica Milano, 2001-8; Psychologies 2005-6; D La Repubblica, 2008-12; Gioia 2009-13

Tra quelli che hanno scritto di lei, ricorda con particolare gratitudine Paolo Volponi, Antonio Porta, Franco Fortini, Luigi Baldacci, Geno Pampaloni, Giovanni Testori, Lalla Romano, Franco Loi, Giuliano Gramigna, Alfonso Berardinelli e Raffaele La Capria.

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