Vaccini: assessore veneto, “i nuovi LEA non prevedono la copertura dei costi per 12 vaccinazioni obbligatorie”

“Il Veneto ha privilegiato da anni la scelta volontaria in tema di prevenzione vaccinale grazie ad un' informazione trasparente e alla responsabilizzazione di genitori e autorità locali. Non intende perciò rinunciare ad una scelta culturale e di civiltà che si è dimostrata valida e rispettosa della libertà e dei diritti di tutti i cittadini”.


Eventi - pubblicata il 13 Giugno 2017


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Fonte: ufficio stampa Giunta Regionale del Veneto

(AVN) – Venezia, 13 giugno 2017

“Il nuovo decreto ha portato da 4 a 12 le vaccinazioni obbligatorie da 0 a 16 anni, ma è stato formulato senza alcuna intesa preventiva con le Regioni: nei nuovi Lea non è prevista la copertura dei
costi. Il Piano nazionale di vaccinazioni è tarato su 4 vaccini obbligatori (antipolio, antidifterica, antitetanica e antiepatite B) e gratuiti e prevede quindi un impegno di spesa di 300 milioni,
distribuiti in due annualità”.

A puntare il dito sul mancato coinvolgimento delle Regioni, sulle quali ricade l’attuazione del nuovo obbligo per 12 vaccinazioni, è l’assessore alla sanità del Veneto. “Si poteva affrontare in
modo diverso il problema della prevenzione vaccinale – prospetta l’assessore – rendendo obbligatorio il ricorso ai vaccini solo nel caso in cui il tasso di copertura fosse inferiore alla
soglia ‘di gregge’ raccomandata dalla comunità scientifica. Privilegiare, invece, il modello impositivo – prosegue il responsabile delle politiche sanitarie del Veneto – significa andare allo
scontro con le preoccupazioni dei genitori, tradire il rapporto di fiducia tra medici e cittadini e distogliere risorse significative dai programmi di prevenzione rivolti alle patologie croniche
invalidanti, la cui cura assorbe circa il 70 per cento della spesa sanitaria”.

“Il Veneto ha privilegiato da anni la scelta volontaria in tema di prevenzione vaccinale grazie ad un’ informazione trasparente e alla responsabilizzazione di genitori e autorità locali –
conclude l’assessore – Non intende perciò rinunciare ad una scelta culturale e di civiltà che si è dimostrata valida e rispettosa della libertà e dei diritti di tutti i cittadini”.

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