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L’Assessore regionale allo sviluppo economico ha partecipato questa mattina a Senigallia (AN) in occasione del meeting nazionale degli Assessori regionali della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Italiane. In particolare è intervenuto nel corso della sessione dedicata al tema de “L’importanza della governance per l’efficacia delle politiche industriali e quali interventi per favorire l’attrazione investimenti”.
Se c’è una cosa che abbiamo capito con questa guerra è la fragilità energetica del nostro Paese, ma anche quella del resto dei paesi d’Europa, diversamente da quanto ci è stato raccontato in precedenza – ha sottolineato l’Assessore regionale allo sviluppo -. In fin dei conti gli unici Paesi che non hanno problemi sono quelli che hanno centrali nucleari.
Questo è un momento straordinario per fare ciò che non abbiamo fatto negli ultimi trent’anni – ha precisato ancora l’Assessore veneto -. In attesa che il nostro Paese si doti di un piano energetico vero esistono due traiettorie su cui porre l’accento. Da un lato è necessario puntare ad essere sempre meno dipendenti in campo energetico, dall’altro bisogna puntare su l’innovazione e la ricerca in questo settore. Le due traiettorie unite potrebbero darci le risposte che attendiamo da anni.
L’Assessore allo sviluppo economico del Veneto ha sottolineato come la Regione del Veneto da anni stia lavorando in questa direzione.
Abbiamo confezionato un contenitore “Venezia capitale Mondiale della sostenibilità” dove con il Governo, le Università venete, le imprese e le associazioni stiamo lavorando sul tema dell’energia (idrogeno, fotovoltaico, ecc.) – ha spiegato -. L’altra piattaforma di lavoro sono le Reti Innovative Regionali, strumento fondamentale che mette insieme imprese e università per fare da trampolino di lancio a ricerca e innovazione. In cinque anni abbiamo messo 55 milioni di euro, 11 milioni le Università e le imprese 37 milioni di euro, dando vita ad un sistema che funziona. Si tratta di liquidità introdotta nel sistema economico per fare ricerca e innovazione. Penso che questo le Regioni dovrebbero fare. È un esempio di governance, al quale abbiamo dato vita. Sempre in attesa che il Parlamento si decida ad esprimersi per darci l’autonomia.