Il distretto del prosecco di Conegliano – Valdobbiadene

Dopo un primo ciclo di temi aziendali, la rubrica “Il Punto” continua nella presentazione dei principali sistemi economici della provincia di Treviso e soprattutto di quelli distrettuali


Dopo la presentazione dei distretti “storici” nella provincia di Treviso (Montebelluna, Sinistra Piave e meccanico di Conegliano), definiamo ora un nuovo distretto potenziale, anche se la sua produzione prevalente (il vino “prosecco”) e’ molto nota ed affermata, ma sino a poco tempo fa non si erano create le condizioni per parlare di vero e proprio distretto. Cio’ è stato dovuto prevalentemente alla scarsa consapevolezza dell’importanza di questa produzione nell’economia territoriale e della sua sinergia possibile con altri settori rilevanti o di prospettive favorevoli a livello locale.

Ma ora i tempi sono maturi per una visione distrettuale in connessione con una serie di ragioni che verranno sinteticamente esposte in questo articolo, mentre è opportuno notare che già esiste il riconoscimento regionale di questo distretto ai sensi della L.R.n.8/2003 (come emendata dalla L. R. n. 5/2006), anche se le iniziative da realizzare sono ancora molte per una sua evoluzione soddisfacente.

Innanzi tutto risulta opportuno delimitare il territorio tipico del distretto soltanto ai 15 comuni cui appartiene la zona prevista espressamente dalle norme per la produzione dei vini a denominazione di origine controllata (D.O.C.) di Conegliano – Valdobbiadene , e precisamente:
Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, S.Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.

In questo modo, si conferisce la massima visibilità al territorio che viene tutelato a livello nazionale e comunitario, associandolo al nome “Prosecco” che, in quanto indicazione di un vitigno (e non di una zona geografica), non può essere tutelato dalla normativa comunitaria, la quale deve pertanto tollerare tale denominazione, anche al di fuori dell’origine del territorio definito dal disciplinare.

Ovviamente, il vino “Prosecco I.G.T.”(ad Indicazione Geografica Tipica) o comunque non D.O.C., prodotto all’interno dei 15 comuni considerati e pure nei comuni contigui di pianura, non può chiamarsi “Prosecco di Conegliano – Valdobbiadene 1”, ma godrà ugualmente di una posizione privilegiata quale produzione complementare di quella D.O.C., come altre attività agricole e di altri settori che potranno svilupparsi nel distretto se effettivamente verrà realizzata una politica di crescita distrettuale.

D’altra parte, è importante riscattare commercialmente l’indicazione “prosecco” con riferimento al territorio di origine, perché altrimenti tale vitigno può dare liberamente il nome ad un vino prodotto in qualsiasi parte d’Italia e del mondo. Soltanto con un forte richiamo commerciale e giuridico al distretto di origine, possibilmente sostenuto da un marchio collettivo, si potrà affermare che il prosecco autentico è solo quello prodotto con la D.O.C. “Conegliano – Valdobbiadene”.

Tornando ai 15 comuni indicati, si può tener conto che Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Valdobbiadene e Vidor comprendono nel loro territorio anche il distretto del legno-arredo, mentre i restanti comuni (Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, S.Pietro di Feletto, S.Vendemiano, Susegana, Tarzo e Vittorio Veneto) contengono addirittura altri due distretti (quello sempre del legno – arredo e pure quello della meccanica inox “Inox Valley”).
Ciò significa che il primo gruppo di comuni presenta ben due settori di sviluppo già collaudati (vino e arredamento) per attivare un’ulteriore politica espansiva e l’altro gruppo può contare addirittura su tre settori (vino, arredamento e meccanica) quali idonei volani per lo sviluppo locale, oltre al fatto che questi stessi settori possono creare utili sinergie collegandosi tra loro (es. arredamenti per cantine ed enoteche, arredamenti per elettrodomestici e strutture alberghiere e di ristorazione, produzione di macchine agricole ed industriali per la vitivinicoltura).

Per quanto riguarda specificatamente il distretto del Prosecco, emerge l’importanza dell’attività vitivinicola sulle attività economiche complessive dell’area distrettuale.

In agricoltura, infatti, sono viticole il 65% delle aziende agricole del distretto e coltivano il 34,2% dell’intera superficie agricola utilizzata (S.A.U.).

Nel settore industriale, invece, le unità locali e gli addetti che si dedicano all’attività di produzione di vino rappresentano solo il 2% delle attività industriali totali del territorio distrettuale, ma è da osservare che:

  • il settore industriale trevigiano è molto articolato;
  • nel territorio distrettuale esistono altri due importanti distretti industriali, come già accennato;
  • le operazioni di preparazione dei vini e quelle di imbottigliamento e confezionamento possono essere svolte, secondo il disciplinare D.O.C., anche al di fuori della zona di produzione(purché entro i confini della provincia di Treviso).

    Le aziende viticole del distretto rappresentano quasi un quarto delle aziende viticole dell’intera provincia e quelle di vinificazione oltre la metà del totale provinciale.
    A questo punto, giova sottolineare l’immenso potenziale di sviluppo insito nella valorizzazione di un distretto del vino. Oltre alle scontate ricadute sulla produzione vitivinicola con iniziative rivolte al miglioramento di questa attività, una promozione di questo distretto può attivare ben altri effetti indotti di interdipendenza settoriale, effetti che sono da considerarsi essenziali per il fatto che una promozione per la commercializzazione di produzioni D.O.C. può sortire sensibili risultati soltanto in termini di prezzi e di sviluppo di attività collegate, ma non di crescita quantitativa per i vincoli sulle rese imposti dai disciplinari di qualità. Pertanto, una promozione del territorio di un distretto vitivinicolo non può espandere apprezzabilmente questa coltura, bensì suscita certamente:
  • una notevole risposta nel settore turistico ed agrituristico;
  • lo sviluppo di una miriade di attività collegate nel campo del commercio, dei pubblici esercizi, dei trasporti e di altri servizi;
  • una valorizzazione indotta di altre produzioni tipiche (agricole ed artigianali) ed un potenziamento generale delle PMI locali dei più diversi settori.

Per realizzare tutto questo, occorre una politica economica di distretto e non soltanto una politica per il settore agroalimentare.

1 In realtà la zona DOC individuata dal disciplinare di produzione comprende solo parte dei 15 comuni, ma per semplificare e per non creare ulteriori incertezze e confusioni possiamo affermare che la concentrazione produttiva del prosecco avviene all’interno di questi 15 territori comunali , anche perché nelle zone non DOC si coltiva ugualmente il prosecco che ovviamente non gode della DOC “Conegliano – Valdobbiadene”.

Renato Chahinian