Prodotti zootecnici tipici della provincia di Treviso: la carne di coniglio


Prosegue la rassegna dei prodotti caratteristici della Marca. Dopo il Radicio Verdon e il Mais Biancoperla

Tra i numerosi primati detenuti in molti campi di attività non tutti sanno che la provincia di Treviso primeggia anche per la produzione di carne di coniglio. L’allevamento del coniglio in provincia di Treviso, come in molte altre zone d’Italia, veniva, un tempo, praticato da tutte le famiglie rurali e non solo rurali della provincia con chiari obiettivi di integrare con risorse autonome il magro bilancio proteico di molte famiglie. Con poco dispendio economico infatti questa umile e poco esigente specie animale poteva venir allevata utilizzando prevalentemente foraggio verde e secco disponibile pressoché ovunque, con l’aggiunta di pane raffermo ed altri rari scarti delle già povera cucina di allora.
La carne che ne risulta è eccellente, quasi sempre preparata con erbe aromatiche e vino bianco: un autentico piatto tipico delle nostre campagne, oggi sempre proposto dagli esercizi agrituristici e dalla ristorazione di qualità.
Le esigenze di oggi in campo alimentare sono fortunatamente cambiate e migliorate, non sono più legate alla quantità ma alla qualità dei prodotti. Anche l’allevamento del coniglio da carne si è evoluto assumendo connotati intensivi pienamente rispondenti ai severi requisiti igienico sanitari prescritti dalla Legge, in modo particolare nella nostra provincia.
Qualche dato economico. Secondo un rapporto diffuso dall’Associazione Coniglio Veneto che raggruppa i maggiori allevamenti regionali, il settore cunicolo italiano rappresenta la realtà maggiormente significativa a livello europeo e mondiale. Gli allevamenti italiani realizzano il 44% della produzione europea di carne di coniglio seguita dai francesi con il 25% e dagli spagnoli con il 17%. Secondo la stessa fonte l’Italia produce 220.000 tonnellate di carne fresca all’anno proveniente dalla macellazione di oltre 100 milioni di capi. La cunicoltura nazionale in termini di produzione lorda vendibile si colloca al 4° posto come valore nel contesto generale della P.L.V. zootecnica italiana.
Nel Veneto si produce il 40% della carne di coniglio complessivamente prodotto in Italia. Nella nostra regione sono presenti circa 560 allevamenti professionali i quali producono 17 milioni di capi all’anno. La provincia di Treviso contribuisce alla produzione Veneta con 250 allevamenti ed una produzione di 8 milioni di conigli all’anno, pari al 40% della produzione regionale.
La concentrazione maggiore degli allevamenti ha luogo in alcuni Comuni delle sponda destra del Piave, precisamente nella zona Pedemontana e nel triangolo racchiuso tra Volpago del Montello, Montebelluna e Trevignano. Qui vi è la maggior densità di allevamenti i quali con circa 150.000 fattrici producono 8 milioni di capi all’anno. La relativa quota di produzione vendibile rappresenta con 31 milioni di Euro, il 10% circa dell’intero valore realizzato dai prodotti zootecnici trevigiani su base annuale.
E’ risaputo che fra tutti gli alimenti proteici di origine animale, quello che incontra maggiormente il favore dei consumatori, in specie di quelli a reddito medio più elevato, è certamente la carne. E’ altrettanto risaputo che la preferenza di gran lunga accordata al consumo di carne bovina, torna a scapito delle altre carni anche di elevate caratteristiche nutritive ed organolettiche.

Senza usare un luogo comune la carne di coniglio è una delle più raccomandabili dal punto di vista dietetico e per digeribilità, le sue caratteristiche, testate in numerose occasioni da medici, alimentaristi e dietologi, vengono così riassunte:

  • elevatissimo valore nutritivo, perché ricca di proteine nobili, in particolare lisina e metionina, perciò indicata per giovani dediti ad attività sportive, anziani, convalescenti in specie bambini;
  • bassissimo contenuto in colesterolo, quindi adatta a chi soffre di problemi cardiaci e circolatori, di arteriosclerosi, di digestione dei grassi, di difficoltà epatiche e pancreatiche;
  • bassissimo contenuto in sodio, quindi perfettamente adatta a coloro che soffrono di ipertensione;
  • ricca di potassio, indicata per la diuresi;
  • per elevato contenuto vitaminico e di sali minerali la carne di coniglio è in grado di soddisfare da sola oltre il 50% del fabbisogno vitaminico giornaliero di una persona sana;
  • priva di zuccheri, perciò adatta ai diabetici ed a coloro che si sottopongono a cure dimagranti;
  • facilmente digeribile, a titolo di esempio: le carni di maiale o le uova impiegano 5 ore per la digestione, il latte crudo ne impiega 2 e mezza, contro le due ore della carne di coniglio.

La carne di coniglio non è carne “sostitutiva” di altre tipologie di carni; non va cioè consumata al posto di altre carni ma alternativamente alle altre carni, con sistematicità tenendo conto che si tratta di una carne tra la più raccomandabili dal punto di vista nutrizionale, dietetico e per digeribilità: in questo senso va recuperata e valorizzata come immagine e come consumo.
Ed è proprio il lato commerciale quello maggiormente carente e sul quale occorrerebbe intervenire con efficacia per promuovere il consumo di un prodotto caratteristico e di elevata qualità.
Non mancano sotto questo aspetto tentativi di valorizzazione mediante l’adozione di un marchio di garanzia della qualità delle carni. Con il concorso di tutte le componenti della filiera produttiva è auspicabile la nascita di un Consorzio che possa sottrarre in qualche misura il prodotto alla sola logica della distribuzione ed instaurare un adeguato clima di educazione ed informazione del consumatore, elabori e proponga un disciplinare di produzione per una futura richiesta di riconoscimento dell’I.G.P. a difesa di un prodotto tipico del territorio trevigiano.

Alessandro Pontello
Tratto da “L’Economia della Marca Trevigiana”, Ottobre 2005