UN TREVIGIANO A BOSTON,MASSACHUSETTS. INTERVISTA A MICHELE MESTRINARO

UN TREVIGIANO A BOSTON,MASSACHUSETTS. INTERVISTA A MICHELE MESTRINARO

[FISICA] [AMMINISTRAZIONE D’IMPRESA] [ESTERI]

Nel numero 05/2013 di Economia della Marca Trevigiana abbiamo il piacere di incontrare il dott.
Michele Mestrinaro nato a Treviso che ora vive e studia a Boston e presto si trasferirà a New York per l’inizio del suo nuovo lavoro.

Profilo
Laurea: in Fisica presso Saint Joseph’s University a Filadelfia;

“Erasmus” di 1 anno presso University of Melbourne, Australia
Ha lavorato da IMS Health a Londra (compagnia di consulenza) e presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra
Master in corso: Amministrazione di Impresa presso Harvard Business School a Boston

Ho deciso di studiare all’estero, fisica prima ed amministrazione d’impresa poi, per utilizzare al meglio gli anni universitari allargando i miei orizzonti non soltanto dal punto
di vista accademico e professionale, ma soprattutto umano.

Il college che ho frequentato a Filadelfia, e Harvard ancora di più, attrae studenti da tutto il mondo e ci mette nella condizione di confrontarci in un ambiente sicuro.

Indipendentemente dal corso di laurea, quando i tuoi compagni di corso sono cresciuti dall’altra parte del mondo, parlando una lingua diversa e in un sistema di valori diverso,
gran parte di quello che impari é vivere nel mondo e non fisica quantistica o finanza.

Da questo punto di vista non é facile bilanciare gli studi con le relazioni umane, ma questa non é una difficoltà che incontrano solo gli studenti stranieri e l’università é
sempre pronta a facilitare la transizione con una serie figure professionali di supporto.

L’università inoltre si concentra sulla “preparazione alla vita” anche dal punto di vista lavorativo, lasciando tre mesi liberi agli studenti ogni estate perché possano cominciare a
lavorare da stagisti (pagati regolarmente) presso le aziende che preferiscono.

In questo modo nessuno si laurea senza aver accumulato esperienza nel settore dove vuole lavorare e il tasso di disoccupazione a tre mesi dalla laurea é meno del 5% con una
differenza di salario significativa rispetto a chi non ha frequentato l’università.

L’alternanza studio-lavoro negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra e Australia, viene considerata come il modo migliore di crescere nella propria professionalità ed é una
scelta ovvia, non un punto di scontro.

Vista la differenza rispetto alle università italiane nella qualità della preparazione alla vita che uno studente riceve negli Stati Uniti, Inghilterra o Australia, mi sento di
consigliare questo percorso senza dubbio non solo alla maggior parte degli studenti del liceo, ma anche agli studenti che hanno completato la laurea triennale e che (giustamente) ora si chiedono se
la specialistica possa servire davvero alla loro crescita professionale.

Questo percorso non é per tutti – bisogna voler lavorare sodo e rispettare i tempi senza scuse. Qui se sei più di sei mesi fuori corso vieni accompagnato all’uscita senza troppi
convenevoli, perché un ambiente di studio come questo é un privilegio che bisogna meritarsi giorno per giorno.


Dal tuo punto di vista quali possono essere le professioni di cui non si parla, cui un giovane non pensa quando sceglie il proprio indirizzo di studi? Professioni che non rappresentano le
mansioni abituali ma che potrebbero rappresentare lo strumento per innovare?

Secondo la mia esperienza la differenza fra mansioni abituali e innovazione non é né nel titolo di lavoro sul contratto né nel tipo di datore di lavoro, ma nell’attitudine sul
posto di lavoro.

Ci sono lavoratori a Apple o Google, due delle compagnie considerate come le più ambite e innovative al mondo, che non vedono l’ora di timbrare il cartellino per smettere di
lavorare alle 17.00 e non lavorano con passione.

Per quanto innovative siano queste aziende il lavoro fatto da questi lavoratori abituali non può che essere abituale e il risultato non può che essere prevedibile.

L’innovazione sta nella passione per il proprio lavoro, senza pensare al titolo di studio acquisito o se il datore di lavoro é una macelleria o un aeroporto o una compagnia
multimilionaria.

L’unico consiglio che mi sento di offrire é di non cercare un lavoro con un titolo innovativo per poi lavorare in modo abituale, ma di cercare un lavoro abituale e farlo con
passione per produrre vera innovazione.

Solo questo tipo di innovazione non può essere copiata facilmente, ed é una fonte di vantaggio competitive che non si esaurisce non solo per l’individuo, ma anche per il nostro
paese.