10. SINTESI DEI PUNTI DI FORZA

Dopo aver illustrato articolatamente i motivi dell’attrattività del Sistema Treviso e le considerazioni che gli operatori, le risorse umane e quelle economico – finanziarie dovrebbero fare per orientare la propria attività verso il sistema economico della provincia di Treviso, è opportuno, per facilitare la consultazione, riassumere sinteticamente i punti di forza, ossia quegli elementi essenziali che potrebbero far propendere un potenziale operatore (imprenditore, lavoratore od investitore) a preferire la provincia di Treviso ad altri territori. Ciò, ovviamente, può riguardare le scelte di persone esterne (stranieri o italiani provenienti da altre province), ma anche quelle dei residenti stessi in provincia che possono valutare l’opportunità se per i loro interessi è più conveniente rimanervi o trasferire ed ampliare la propria attività e/o i propri capitali altrove.

In realtà, dall’analisi complessiva dei motivi di attrattività non emergono particolari “record” nell’economia trevigiana (anche se alcuni sono stati registrati in passato) ed attualmente il sistema produttivo, come la maggior parte delle province italiane più dinamiche, si sta ristrutturando e riconvertendo per affrontare rafforzato le sfide della globalizzazione, ma alcune eccellenze di sistema sono sempre presenti ed altre si stanno formando e consolidando.

Per limitare sempre il discorso ai fenomeni più evidenti e per non anticipare tendenze positive che ancora non si sono completamente manifestate, basti citare tre aspetti rilevanti:

  1. l’apertura con l’estero e gli elevati livelli di esportazione (seconda provincia nel Veneto per esportazioni (oltre 10 miliardi annui di euro) e per avanzo della bilancia commerciale (export – import: circa 6 miliardi di euro ed ai primi posti anche a livello nazionale, senza contare ormai l’elevato fatturato estero su estero delle imprese trevigiane con produzioni all’estero);
  2. il successo delle medie imprese ed in generale degli operatori con l’estero e dei settori avanzati (seconda provincia nel Veneto ed ai primi posti in Italia per unità locali tra i 50 e 250 addetti (oltre 700 unità), con elevate “performance” di sviluppo, produttività e redditività, secondo l’analisi dei bilanci aggregati);
  3. l’afflusso di risorse umane e di risorse creditizie dall’esterno (prima provincia nel Veneto ed ai primi posti in Italia per numero di stranieri residenti e per imprenditori stranieri (sia comunitari che extracomunitari) – prima provincia nel Veneto e seconda in Italia nel rapporto impieghi/depositi (2,8) e sempre prima nel Veneto per tasso di sofferenza degli impieghi (1,8%)).

Si può quindi argomentare che:

  1. la capacità di essere competitivi sui mercati internazionali, più concorrenziali di quelli interni, è determinante per lo sviluppo e costituisce un’ottima compensazione alle crisi ricorrenti del mercato interno, dato che la domanda a livello mondiale ha prospettive di crescita enormi nel medio – lungo termine in virtù dello sviluppo dei Paesi emergenti (salvo imprevedibili contrasti ed involuzioni del clima di fiducia internazionale);
  2. le medie imprese si vanno affermando sempre più come “leader” di nicchia o di settore e trascinano nel loro percorso virtuoso tutta la relativa filiera di appartenenza (ossia tante piccole imprese che, per rimanere nella catena produttiva, devono necessariamente essere innovative ed efficienti). A queste, si affiancano tante imprese minori, che, seppur al di fuori di tali filiere, possiedono una od entrambe delle seguenti caratteristiche:
    • sono operatori abituali con l’estero, pur appartenendo a settori tradizionali, e quindi si sono ristrutturati e riconvertiti verso produzioni a maggior valore aggiunto per rimanere competitivi sui mercati internazionali, a volte rinunciando anche a margini più elevati (a causa di non eccezionali prestazioni in tema di produttività);
    • hanno sviluppato innovazioni consistenti, non necessariamente soltanto in campo tecnologico, ma anche in quello organizzativo e di mercato, per cui sono in grado di offrire beni e servizi di eccellenza sia nel mercato interno che su quello estero;
  3. esiste nel territorio una notevole immigrazione di risorse umane esterne (non solo di extracomunitari e non soltanto di manodopera despecializzata) che fa accrescere le competenze e le economie di varietà e di cooperazione, in modo da creare i presupposti per ulteriori miglioramenti e per un clima favorevole di attrattività di nuove risorse qualificate. Tale clima è già soddisfacentemente percepito dal sistema bancario che concede al sistema provinciale più finanziamenti di quanto venga risparmiato e che, d’altro canto, riceve adeguata conferma di questo suo maggiore impegno con un tasso di sofferenza inferiore sui prestiti in essere.

Se tutto questo è certamente motivo di eccellenza, le statistiche ufficiali spesso non manifestano una situazione complessivamente brillante e ciò per due ordini di motivi:

  • i movimenti congiunturali non mettono in evidenza le tendenze di lungo periodo e la situazione strutturale dell’economia;
  • esiste comunque un ampio strato del sistema produttivo, non innovativo e non internazionalizzato, che continua ad operare in situazione di precarietà e di visione nel breve termine, sopportando tutte le difficoltà congiunturali e le inefficienze del mercato interno. Ciò ovviamente fa abbassare notevolmente il livello medio delle “performance” complessive dell’economia trevigiana.

Ciò non toglie che un potenziale nuovo investitore o lavoratore debba desistere di fronte ad una tale situazione, in quanto gode comunque di una congrua scelta di eccellenze  cui indirizzare le proprie preferenze. Semmai, dovrà essere egli stesso ad autovalutarsi per scegliere le soluzioni e le attività a lui più idonee.

A tale proposito, è appena il caso di segnalare in via orientativa i settori di punta del sistema produttivo provinciale, ossia ove è più probabile trovare situazioni di eccellenza nel senso sopra chiarito:

  • calzatura sportiva;
  • legno – arredo;
  • lavorazioni meccaniche;
  • costruzione di macchinari;
  • vitivinicoltura;
  • agroalimentare;
  • alcuni comparti dell’ICT;
  • trattamento dei rifiuti;
  • tra le produzioni agricole: cereali, ortaggi e zootecnica;
  • sistema moda;
  • materie plastiche;
  • minerali non metalliferi;
  • apparecchi elettrici;
  • servizi avanzati alle imprese;
  • servizi avanzati alle persone.

Naturalmente, la provincia di Treviso soffre, come tutte le altre province del nostro Paese, dei disservizi e delle inefficienze della Pubblica Amministrazione e per questo la semplificazione amministrativa ed il federalismo dovrebbero costituire il giusto rimedio. Ma è pure da notare che:

  • le amministrazioni locali nel Nord Est sono più attive che altrove nel limitare i disagi per i cittadini e per le stesse imprese;
  • le “performance” delle imprese eccellenti si sono verificate e si verificheranno comunque, nonostante le difficoltà della P.A. e la carenza di infrastrutture del territorio.

Un’ultima notazione va preliminarmente posta al nostro potenziale operatore: ci sono tutte le condizioni per una congrua crescita nel medio – lungo termine, crescita che è subordinata ad un impegno costante per migliorare il capitale umano e l’innovazione. Non c’è invece spazio per facili ed immediati profitti, né per risultati di breve termine che col tempo verrebbero inevitabilmente annullati.

Renato Chahinian