13. La mappa delle eccellenze territoriali

In attesa di preparare adeguatamente un nuovo servizio previsto su alcune unità produttive attrattive per la loro dimensione ed immagine, riportiamo nuovi elementi di eccellenza individuati per la provincia di Treviso.

In questo caso si tratta di uno studio del Censis e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (e quindi di enti terzi, estranei al nostro territorio), che hanno tuttavia individuato alcune eccellenze territoriali anche in provincia di Treviso.

 

 

Lo studio del Censis è stato pubblicato recentemente con un Rapporto di ricerca intitolato “L’Italia dei territori”, che ha analizzato le Unità territoriali complesse, cioè le aree di più compiuta evoluzione dei distretti e dei sistemi locali, in una dimensione intermedia tra l’attrattività delle grandi città ed il benessere socio – economico della provincia italiana. Al riguardo, si sono determinati i fattori relativi alle migliori qualità delle diverse tipologie di territorio (produzione e innovazione, accoglienza, socialità) ed è stata realizzata una mappa delle eccellenze territoriali. Sono stati selezionati 161 territori di eccellenza articolati in 126 unità territoriali complesse e 25 poli dell’innovazione e della logistica. Il primo gruppo, a sua volta, è stato suddiviso in 71 territori produttivi e 65 territori dell’accoglienza.

I territori produttivi, cioè quelli a forte vocazione produttiva, sono stati valutati secondo la: − riconoscibilità della vocazione settoriale espressa dal territorio;

−     capacità organizzativa della produzione all’interno del territorio (filiere, distretti, imprese “leader”, ecc.);

−         proiezione esterna del territorio con una forte propensione all’internazionalizzazione. Sulla base di tali criteri di valutazione, sono stati individuati:

−         10 territori di notevole eccellenza; − 34 territori di buona eccellenza; −    27 territori di media eccellenza.

Tra i primi territori, oltre a quello veneziano della Riviera del Brenta al 1° posto, figura subito al 2° posto il distretto di Montebelluna, assieme a quelli di Langhirano (Parma) e Lumezzane (Brescia). Al terzo posto è stata classificata l’area del Cadore, che comprende però anche la parte settentrionale della provincia di Treviso, mentre al quinto posto, a pari merito con altri territori, vi è pure quello di Castelfranco Veneto, comprendente la zona orientale della provincia di Treviso e parte di quella di Padova.

Tra i territori del secondo gruppo, considerati comunque di un soddisfacente grado di eccellenza, compare il distretto trevigiano di Inox Valley. Non è invece presente il distretto del legno – arredo tra la provincia di Treviso e quella di Pordenone, probabilmente perché le aggregazioni territoriali utilizzate nell’indagine non permettono di mettere in evidenza tale vocazione settoriale. Come è stato osservato più volte in altri articoli, la distribuzione dell’area distrettuale del legno – arredo a cavallo tra due province e due regioni diverse non sempre consente l’individuazione di questa importante realtà produttiva trevigiana.

Ma a parte tale omissione è il caso di sottolineare la presenza di quasi tutta la nostra provincia ai primi posti nell’ambito dei territori produttivi italiani di eccellenza, secondo criteri che si basano sulla vocazione settoriale di questi e sulla loro capacità di essere competitivi e di reagire alla crisi. Trattandosi di una selezione e di una graduatoria a livello nazionale operata attraverso metodologie asettiche ed obiettive da un centro di ricerca autorevole non legato al nostro territorio, appare con tutta evidenza l’eccellenza produttiva della nostra provincia e la sua capacità di far fronte alle sfide attuali e future. Infatti, una marcata vocazione settoriale in aree ristrette permette di creare e di implementare un ambiente favorevole alla cooperazione ed alle sinergie per la risoluzione dei diversi problemi legati alla produzione. La dinamicità e l’organizzazione produttiva delle filiere fa sì che le aziende più efficienti ed avanzate trascinino al loro seguito quelle meno dinamiche in virtù di rapporti di fornitura sempre più stringenti e convenienti. Inoltre, l’estensione della catena produttiva verso il mercato permette il presidio di quest’ultimo e la possibilità di appropriarsi dei margini commerciali e di servizio che generalmente sono i più elevati nella catena del valore. Infine, l’internazionalizzazione permette non soltanto di accedere a mercati molto più vasti, ma anche di approvvigionarsi di fattori produttivi a condizioni migliori e di aderire a reti informative e collaborative più lunghe, ottenendo anche per questa via ulteriori vantaggi di scala e di sinergia. Di tutte queste caratteristiche eccellenti dispongono i territori della Marca di cui sopra selezionati dalla ricerca del Censis, che ne ha accertato la presenza in intensità rilevante tanto da collocarli ai primi posti della graduatoria nazionale. Pertanto, la competitività del nostro sistema produttivo non è trascurabile e ciò non soltanto è indice di ancora buone prospettive per il futuro, ma dovrebbe continuare a fungere da motivo di attrattività per risorse umane e finanziarie provenienti dall’esterno e per gli stessi residenti.

Attualmente la crisi coinvolge anche la provincia di Treviso, ma le condizioni sopra esposte permettono di ipotizzare che il suo impatto negativo sarà complessivamente inferiore a quello di altri territori italiani e di altri Paesi. Inoltre, con le medesime condizioni, la ripresa al termine della crisi potrà essere superiore. Bisognerà però che anche il multiforme macrosettore dei servizi pubblici e privati coadiuvi  in tal senso il futuro sviluppo.

 

Renato Chahinian