Belluno, città di remote origini, con i primi insediamenti di Paleoveneti e Celti, sembra attingere da questi ultimi il proprio nome: “Belo-dunum” con il significato di “città fortificata o rocca luminosa, splendente”, un rimando forse alla sua posizione privilegiata che dal promontorio isolato su cui sorge permette allo sguardo di vagare dal crinale delle Prealpi alle vette dolomitiche, patrimonio UNESCO, e allungarsi sulla valle del fiume Piave.
L’acqua, infatti, ne delinea un tratto distintivo: alle pendici del colle scorrono sui tre lati il torrente Ardo, dalle spettacolari forre, e appunto il Piave, su cui un tempo fluttuavano le zattere che cariche del legname cadorino scendevano a Venezia per rifornire l’Arsenale della Serenissima. Ma l’acqua è presente anche nelle belle fontane scolpite in pietra locale che abbelliscono il paesaggio urbano con elementi architettonici assai caratteristici.
Il centro storico, protetto nel passato da mura fortificate, di cui ora si scorgono solo alcune tracce, tra cui l’imponente torrione circolare alto ben 22 metri e le antiche porte di accesso, è uno scrigno di bellezza che si svela pian piano al visitatore. Su Piazza Duomo, cuore della vita politica e religiosa di ieri e di oggi, svetta l’elegante campanile, progettato dall’architetto messinese Filippo Juvarra, uno dei massimi esponenti del barocco italiano. Coronano lo spazio irregolare della piazza la rinascimentale Cattedrale di S. Martino dall’incompiuta facciata, il Palazzo dei Rettori in stile gotico veneziano, testimonianza del secolare governo della Serenissima, il Palazzo Rosso, sede neogotica della municipalità cittadina e l’antistante Palazzo dei Vescovi, ora Auditorium, antichissimo edificio fortificato più volte rimaneggiato, di cui si conserva l’originale torre civica d’impronta medievale. A chiudere il fronte meridionale si erge Palazzo Piloni, ora sede dell’Amministrazione provinciale, che custodisce un bel ciclo di affreschi -un’allegoria delle quattro stagioni- di Cesare Vecellio, cugino del celeberrimo Tiziano.
Per gli amanti dell’arte di sicuro interesse sono le chiese di S. Stefano e di S. Pietro, ricche di preziosi manufatti artistici, e il Museo Civico di Palazzo Fulcis, raffinato esempio di architettura settecentesca che ospita numerose raccolte, tra cui le opere dei bellunesi di fama internazionale Andrea Brustolon, definito da Honoré de Balzac il “Michelangelo del legno”, e il coevo Sebastiano Ricci, assoluto protagonista della pittura rococò europea.
Per chi è alla ricerca di convivialità il salotto cittadino di Piazza dei Martiri offre ristoranti storici e moderni pub, mentre la medievale Piazza delle Erbe rimane il luogo degli acquisti quotidiani e accoglie, nel solco della tradizione veneta, un piccolo mercato di frutta e verdura. Sempre su Piazza Martiri si erge uno dei principali punti di riferimento culturali della città, il maestoso neoclassico teatro comunale dedicato a Dino Buzzati, noto scrittore e giornalista del XX secolo di origine bellunese, che ospita spettacoli teatrali, concerti e altre manifestazioni artistiche, tra cui in autunno il festival “Oltre le Vette. Metafore, uomini, luoghi della montagna”. Belluno è, inoltre, città amica dei bambini e delle loro famiglie promuovendo tutto l’anno iniziative e attività pensate per i più piccoli, sia residenti che turisti.
Tra i più animati e partecipati eventi cittadini si ricordano la Sagra dei Fisciòt con la storica processione della Madonna dell’Addolorata e la fiera di S. Martino che celebra il Santo patrono, momenti in cui si misura anche la maestria degli artigiani locali. Ed è proprio nell’autunnale “Ex tempore internazionale di scultura su legno” che Belluno si connota città alpina, quando il profumo del legno di cirmolo e il suono degli scalpelli si diffondono tra le vie e le piazze del centro. Lo stesso spirito lo si incontra al Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco, uno spazio espositivo allestito in un bel palazzo di impronta quattrocentesca sull’ex porto fluviale in cui è possibile ammirare un importante lascito che fonde la lavorazione del legno ai riti e alle tradizioni dei carnevali dolomitici.
Immancabile durante le feste di piazza è la degustazione delle pietanze tipiche, su tutte il pastin, realizzato con carne di maiale e manzo tritata grossolanamente e dal deciso sapore speziato, che viene servito come hamburger o accompagnato da polenta di mais sponcio e verdure di stagione, esaltando così i genuini sapori della tradizione montana.
Immergersi nella natura partendo da Belluno è semplicissimo: appena lasciata la città si hanno a disposizione una vasta rete di sentieri escursionistici con diversi livelli di difficoltà da percorre a piedi o in bicicletta. Per coloro che cercano sfide più impegnativa c’è l’opportunità di praticare l’alpinismo sulle vie attrezzate delle vette circostanti o percorrere l’Alta Via delle Dolomiti n. 1, un cammino a tappe lungo 125 km, che, partendo dal lago di Braies e attraversando i più bei massicci dolomitici, giunge a Belluno. Inoltre, la vicina località prealpina del Nevegal regala bellissime passeggiate, con la possibilità nelle giornate terse di vedere contemporaneamente i picchi dolomitici e la laguna veneta. Frequentatissimo durante tutto l’anno, d’inverno il Nevegal diventa regno di snowboarder e ciaspolatori, nonché di sciatori che praticano in pista e fuori pista.
Belluno, dunque, città splendente, città fortificata, città dal cuore di montagna, animata da quella che il bellunese Dino Buzzati definì “una personalità speciale che gli dà un incanto straordinario, ma di cui pochi per la verità si accorgono”.
Testo a cura della dott.ssa Cecilia Flaccavento,
Stageur presso la Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti
In collaborazione con la dott.ssa Monica Sandi,
Ufficio Cultura e Turismo, Alternanza Scuola-Lavoro territoriale Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti