Berton: Belluno, ancora una volta, non c’è. Segnale pessimo. Serve colpo di reni. Il governo trasmette la lista definitiva delle opere strategiche per il paese con l’elenco dei commissari

Berton: Qualcuno batta un colpo o si assuma la responsabilità politica e morale di tenerci fuori per l’ennesima volta


Economia - pubblicata il 22 Gennaio 2021


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Fonte: ufficio stampa Confindustria Belluno Dolomiti

Belluno 21 gennaio 2021. Nella lista di opere pubbliche strategiche per il Paese che il presidente del Consiglio dei Ministri ha trasmesso al Parlamento, con i relativi commissari straordinari,
non c’è nessuna traccia di Belluno e del Bellunese. Ancora una volta, il nostro territorio resta fuori dai grandi corridoi stradali e ferroviari nazionali e internazionali. Spero che – nel corso
del dibattito parlamentare – si possa porre rimedio a questa ennesima mancanza di visione per la nostra montagna. È un segnale
pessimo.

A dirlo è Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, all’indomani dell’invio alle Camere della lista delle opere ritenute strategiche per l’Italia e dei relativi
commissari straordinari che dovranno occuparsene.

Parliamo di 59 opere pubbliche, 30 commissari, oltre 60 miliardi di investimenti da finanziare con il famoso Next Generation Eu. Si va dalla Salaria all’Alta velocità Brescia-Verona-Padova. In
tutto questo Belluno semplicemente non esiste e non è mai esistita nonostante i problemi infrastrutturali del territorio siano noti, a tutti i livelli istituzionali, sia sul fronte stradale che su
quello ferroviario. Se non si porrà rimedio, sarà l’ennesima occasione persa.

Qui intanto continuiamo ad andare avanti a spizzichi e bocconi con ritardi imbarazzanti nei cantieri lungo l’Alemagna e intere vallate che sono rimaste isolate con le ultime nevicate e frane,
dallo Zoldano al Comelico, la fotografia di Berton.

Chiedo ai rappresentanti politici e istituzionali del nostro territorio un colpo di reni perché il nodo infrastrutturale bellunese entri nella programmazione del prossimo Next Generation Eu. I
fronti sono tanti, dal miglioramento della ferrovia allo sviluppo della mobilità intervalliva, passando per lo sbocco a Nord. Qualcuno batta un colpo o si assuma la responsabilità politica e morale
di tenerci fuori per l’ennesima volta.

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