A cura di Renato Chahinian
Dopo i due articoli su questa Newsletter dal titolo Lo sviluppo sostenibile per il benessere delle comunità e La finanza sostenibile, continuiamo
nell’approfondimento dei temi sullo sviluppo sostenibile, ma questa volta da un punto di vista applicativo, considerata la recente opportunità che si è venuta a creare con
l’assegnazione dell’ambìto riconoscimento di patrimonio dell’umanità, da parte dell’UNESCO, alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Si tratta di un importante apprezzamento a livello mondiale, il quale riconosce un sito di eccellenza del nostro territorio (dopo l’altro riconoscimento delle Dolomiti) ed ovviamente è il risultato
di un valore naturalistico unico generato da un apporto umano eccezionale del presente e del passato. Infatti, con la dichiarazione di patrimonio mondiale dell’umanità, le colline
del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state inserite tra i siti culturali (a differenza di quelli naturali e misti) e pertanto si è voluto conferire maggiore importanza all’intervento
umano che, in presenza di un contesto culturale radicato nel territorio, ha saputo modificare il paesaggio in maniera appropriata alla propria vocazione, ma sempre rispettosa dell’ambiente.
Con tale riconoscimento, l’UNESCO in generale: identifica, protegge, tutela e trasmette alle generazioni future il patrimonio culturale e naturale di interesse mondiale. Quindi ora
abbiamo conseguito soltanto il primo traguardo: l’identificazione di un patrimonio culturale significativo per l’intera umanità. In altri termini, è stato riconosciuto che le colline di
Conegliano e Valdobbiadene ove si produce il vino Prosecco rappresentano un esempio virtuoso di come la cultura locale ha saputo trattare il territorio in funzione
di un’attività produttiva dominante.
Ma questo territorio, secondo i principi dell’UNESCO stessa, deve essere protetto e tutelato nel corso del tempo e per tale funzione, oltre alla cura degli stessi abitanti, si esorta il Paese
interessato ad assicurare la protezione, conservazione e valorizzazione del sito, anche promuovendo la ricerca scientifica e la formazione degli operatori. Ma anche gli altri Stati membri della
Convenzione internazionale di coordinamento (attualmente 21) sono tenuti a cooperare per la protezione medesima. D’altro canto, se i siti riconosciuti sono patrimonio dell’umanità, tutta l’umanità
ne beneficia e quindi dovrebbe farsi carico di mantenerli.
Ma il principio forse più importante è proprio l’ultimo, cioè la trasmissione del patrimonio alle generazioni future, affinchè anche queste possano goderne. Come è chiaro, si usa lo stesso
concetto dello sviluppo sostenibile definito dall’ONU, ossia l’obiettivo di uno sviluppo in grado di mantenere ed accrescere il nostro benessere al fine di trasmetterlo alle generazioni future.
Ma, per ottenere questo risultato, occorre una programmazione di lungo termine estesa a tutti tre i fattori che possono produrre sviluppo, ossia quello economico,
sociale ed ambientale. Soltanto con un’azione sinergica di tali determinanti è possibile raggiungere lo sviluppo sostenibile e trasmettere, ancor più arricchito,
il patrimonio culturale delle colline del Prosecco alle generazioni future non soltanto dei nostri residenti, ma di tutta l’umanità.
Sugli effetti teorici generali dei predetti fattori e sulle loro relazioni (talvolta sinergiche ed altre volte contrapposte) si è già fatto cenno nel primo articolo dedicato allo sviluppo
sostenibile delle comunità, ora quindi si può brevemente richiamare qualche strategia importante specificatamente per lo sviluppo sostenibile del sito delle colline del Prosecco di Conegliano e
Valdobbiadene. Infatti, si può subito sottolineare che azioni specifiche per il miglioramento dei soli aspetti economici (la produzione del Prosecco), oppure sociali (il benessere della popolazione
residente), oppure ancora ambientali (spese pubbliche o private per attenuare il deterioramento dell’ambiente) non portano a risultati apprezzabili per un complessivo sviluppo sostenibile. E’
importante invece un miglioramento generale del capitale umano (istruzione, formazione, efficienza ed efficacia), per tutta la forza lavoro (cioè per gli addetti di tutti i livelli organizzativi),
in tutte le attività che si attuano nel distretto di Conegliano e Valdobbiadene e tale requisito va mantenuto continuamente, nelle generazioni attuali ed in quelle future, per l’intero arco delle
attività lavorative di ciascuno. Soltanto in questo modo ogni azione di qualsiasi tipo sarà generata da personale competente, capace di attuare lo sviluppo complessivo dell’area di riferimento.
Perciò occorre pure che a livello programmatorio (e poi realizzativo) si tenga sempre conto delle reciproche relazioni tra i fenomeni economici, sociali ed ambientali e quindi:
1. si valuti l’economia in un’ottica di lungo termine (sotto questo aspetto la produzione del Prosecco è già una garanzia, perché si tratta di un prodotto di elevata qualità, che
per legge, oltre che per funzionalità, non può essere coltivata intensivamente, né estensivamente);
2. si ricerchi l’offerta di un benessere sociale non soltanto negli abitanti del luogo, ma pure negli ospiti e visitatori che vengono a contatto con il nostro patrimonio
dell’umanità;
3. si protegga l’ambiente creato ed apprezzato e lo si migliori preservandolo da tanti pericoli che oggi minacciano tutti i territori (inquinamento da vari agenti, intasamenti di
persone e di strutture, ecc.).
Più chiaramente, si dovrebbero:
1. potenziare le attività economiche soprattutto a monte, ma anche a valle della filiera produttiva del Prosecco (compresa l’economia circolare delle materie intermedie ed
accessorie) e di tutte le attività collegate (anche turistiche e commerciali);
2. incrementare il valore aggiunto sociale di tutti i residenti del territorio (non soltanto degli stakeholder in senso stretto) e pure potenziare l’identità e la fruizione del
patrimonio culturale all’esterno (la cultura della vite e del vino, il paesaggio, le tradizioni, la convivialità e le relazioni sociali, ecc.);
3. mantenere, conservare e proteggere il patrimonio rilevato dall’UNESCO, anche introducendo progressivamente tecnologie ed innovazioni tali da ridurre gli impatti sfavorevoli
ambientali, sia della produzione che del consumo e del tempo libero (energie rinnovabili, risparmio energetico, ecc.).
In generale, l’intera umanità deve accorgersi che il patrimonio individuato non è soltanto il risultato di un passato virtuoso, ma la ricerca economica, culturale ed ambientale di un futuro
migliore, fatto di scienza e di arte, cui tutti possono attingere per un benessere comune. Anche nell’arte (naturalmente generatrice di messaggi coinvolgenti ed emozionali), ad esempio, non
dovrebbero mancare riferimenti alla letteratura, spettacolo e musica attinenti alle tradizioni locali ed in particolare al vino.
Ma, per fare tutto questo, occorrono investimenti e quindi una finanza sostenibile, di cui parleremo successivamente.