Altro - pubblicata il 08 Luglio 2008
Proseguendo nella rassegna dei distretti trevigiani riconosciuti dalla Regione Veneto, ci soffermiamo ora sul Distretto veneto del sistema moda.
Come per il distretto della bioedilizia, si tratta di un insieme di imprese del settore moda prevalentemente trevigiane, ma allargate territorialmente a tutta la regione. Infatti, hanno aderito al Patto di sviluppo del distretto imprese di tutte le province del Veneto, eccettuata quella di Venezia.
Sotto l’aspetto territoriale il sistema della moda è molto diffuso in tutto il Veneto e quindi si tratta di attività produttive presenti un po’ ovunque che non costituiscono un distretto secondo l’approccio scientifico perché mancano della concentrazione territoriale in un’area ben determinata. Ma, come è stato accennato in precedenti articoli, è comunque possibile ed utile sostenere una politica settoriale di aggregazione per sviluppare le sinergie da collaborazione ed i vantaggi di scala delle iniziative in comune. Ovviamente, saranno invece meno stretti i legami con il territorio di appartenenza, proprio per l’interesse regionale delle attività distrettuali, anche se il predominio delle imprese trevigiane sulle altre potrebbe eventualmente prevedere momenti di interazione con la provincia di Treviso, in cui il sistema distrettuale si sviluppa in ben 32 dei 95 comuni del territorio provinciale.
Per quanto riguarda l’aspetto settoriale, il sistema moda comprende prevalentemente il settore tessile – abbigliamento, ma il primo è meno significativo sul totale delle attività. Comunque, sono compresi nel sistema anche prodotti accessori ed ausiliari e la filiera si completa con commercianti ed intermediari del settore, nonché con imprese di servizi avanzati dedicati (quali quelle di “design” e gli stilisti).
Da un’indagine di Unioncamere Veneto sulla consistenza del distretto potenziale (ossia sulle imprese appartenenti al settore del sistema moda) è risultato che nella sola provincia di Treviso a fine 2005 esistevano circa 700 imprese con oltre 7000 addetti nella filiera classica e quasi 1100 imprese con quasi 6500 addetti nella filiera allargata (comprendente tutte le attività complementari e quelle a monte ed a valle della filiera classica). Tali grandezze, se rapportate all’intero territorio regionale, si stimano superiori di circa sette volte. Da ciò si può comprendere la vastità produttiva del sistema moda nel Veneto e la sua notevole diffusione, in confronto alla quale appaiono ancora modeste le adesioni al distretto riconosciuto dalla Regione ed al suo Patto di sviluppo. Infatti, sono state censite all’inizio del 2008 come aderenti 183 imprese per 10.148 addetti.
È tuttavia da notare che tra le imprese aderenti al Patto medesimo ci sono anche quelle più dinamiche e “leader” nelle rispettive nicchie di mercato. Pertanto, la loro presenza nel distretto interessa anche le relative filiere che le unità più avanzate guidano e quindi i vantaggi conseguiti con le iniziative di distretto vengono indirettamente diffusi anche a tante altre PMI non appartenenti al distretto medesimo. È pure da rammentare che nello stesso settore è stato riconosciuto dalla Regione anche un altro distretto “Veronaprontomoda – distretto veneto dell’abbigliamento” con 133 imprese aderenti per 4.337 addetti. I due distretti assieme, quindi, riescono a coprire una quota discreta del sistema regionale della moda e comunque, in prospettiva, è auspicabile che questi allarghino la loro base partecipativa ad una quota maggiore della loro consistenza potenziale nell’interesse dello sviluppo dell’intero sistema.
Il sistema moda, infatti, si trova attualmente in una fase delicata del suo sviluppo. Da un lato, le imprese “leader” e le relative filiere di appartenenza si sono rafforzate ed hanno accresciuto la propria competitività sia sui mercati interni che su quelli esteri. Dall’altro, sono cessate molte imprese minori non in grado di sostenere la competitività dei Paesi emergenti non soltanto all’estero, ma anche all’interno. Questo secondo fenomeno non si è ancora esaurito e continuerà per qualche tempo a decimare soprattutto le piccole imprese creando pure problemi occupazionali, sino a quando rimarranno sul mercato soltanto aziende in grado di competere con le produzioni straniere non sotto l’aspetto dei prezzi, ma dal punto di vista dell’innovazione e della qualità.
Una volta che il sistema sarà definitivamente ristrutturato e riconvertito sono già presenti ottime prospettive di sviluppo del settore e di tutti quelli collegati. La domanda mondiale di beni di abbigliamento, infatti, certamente non può arrestarsi, ma anzi aumenterà sempre più con lo sviluppo delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo e pure di quelli ancora sottosviluppati. Se, da un lato, tale domanda si rivolgerà prevalentemente a prodotti mediocri e a basso prezzo, assorbendo così l’offerta concorrenziale degli stessi Paesi emergenti, dall’altro, aumenterà la domanda aggiuntiva, da parte delle classi abbienti dei Paesi avanzati e di quelli emergenti assieme, per i beni di qualità ed a prezzo elevato offerti dalle nostre imprese.
Il distretto veneto del sistema moda è certamente cosciente di questa trasformazione in atto e si sta attrezzando per uscire rafforzato dalle attuali difficoltà. Già l’”export” del tessile – abbigliamento sta crescendo e si stanno occupando anche nuovi mercati nei Paesi dell’Est europeo ove non si registrano soltanto flussi di materie prime e di beni intermedi per le prime lavorazioni delocalizzate, ma anche di prodotti finiti per il mercato dei consumatori. Gli altri Paesi europei, poi, eccettuata la Germania, stanno assorbendo incrementi rilevanti dei nostri prodotti di abbigliamento.
In prospettiva, questa tendenza favorevole di mercato per il medio – lungo termine, apre la strada ad una politica di sviluppo aziendale e di distretto, purché finalizzata all’innovazione ed alla qualità. Le principali linee strategiche di intervento per il distretto nel suo complesso possono riguardare: