Da Economia della Marca Trevigiana “Sintesi 2014 Anticipazioni 2015”
Intervista a Giuliano Grotto proprietario del Calzaturificio Fitwell produzione calzature
1/ Buongiorno, la ringraziamo per averci accolto nella sua azienda. Ci può raccontare di cosa si occupa la Fitwell?
Il Calzaturificio Fitwell crea calzature sportive in genere, più specificatamente calzature da montagna. Partiamo dalla scarpa da tempo libero per arrivare alla scarpa da spedizione per salire
sulle vette più alte del mondo. Attualmente Daniele Nardi è impegnato a scalare il Nanga Parbat con il nostro modello GNARO8000. Inoltre creiamo articoli di nicchia e innovativi come il BACKCOUNTRY
indossato da Luca Pandolfi, uno dei free-rider più importanti al mondo.
2/ Ci può raccontare come è nato questo marchio?
E’ una mia creatura. Ho trascorso un paio di anni presso un piccolo calzaturificio, a 23 anni mi misi in proprio. Cosa nata per casualità, quando l’agente del calzaturificio dove lavoravo al tempo
non andando più d’accordo con la proprietà, mi suggerì di seguirlo. Così partii in questa avventura aziendale con due soci.
3/ Quanto ha influito avere la sede nel trevigiano?
E’ stato importante essere nel territorio trevigiano. All’epoca, quando iniziai, ogni casa, ogni famiglia se non lavorava il tessuto nella zona di Ponzano, lavorava gli occhiali nella zona di
Segusino, mentre a Montebelluna si era dediti alle scarpe. In zona si trovano facilmente i fornitori, così pure le materie prime e soprattutto i giusti collaboratori.
Ora però, causa la dislocazione e la produzione sempre più massiccia all’estero, molte competenze sono andate perse.
4/ Fate tutto in Italia?
Sì, da sempre. Nel 1979 partii con due soci, liquidati per divergenze strategiche nel 2003. In quello stesso anno entrò a far parte dell’azienda mia figlia. Inizialmente producevamo solo su
marchio proprio, poi ampliammo anche al conto terzi. Con l’arrivo della crisi però il lavoro si spostava sempre più verso l’Asia, così mi sono detto che forse era il momento giusto per offrire solo
Made in Italy. Ritengo che con il perdurare della crisi sia stata una scelta vincente: se questa è crisi è meglio che duri. [ ndr sorride]
5/ Chi si è accorto del vostro Made in Italy?
Si sono accorti di noi Paesi come il Giappone, l’America, la Slovenia. Facciamo piccoli numeri, ma abbiamo una presenza diffusa sia in Italia che in Europa.
6/ Come avete preso i contatti con i clienti all’estero?
Abbiamo fatto tutto da soli senza appoggiarci ad alcuna istituzione od organizzazione. Per noi è importante il passa parola per esempio delle guide alpine, appassionati di montagna o semplici
estimatori della nostra filosofia. Il passaparola dà i suoi frutti, ma il tutto supportato dal catalogo e sito web. Finora non abbiamo partecipato a fiere, ma non sono escluse per il futuro. Ciò
che perseguiamo è una crescita abbastanza costante, in linea con il cliente e con il nostro prodotto.
7/ Perché i suoi clienti scelgono il suo prodotto?
La qualità, il servizio e il totale Made in Italy sono i nostri punti di forza. Il cliente è stanco di acquistare prodotti realizzati all’estero, che si rompono o creano problemi. La manualità e
l’artigianalità sono caratteristiche ricercate e richieste dal mercato. Sempre più spesso siamo contattati da consumatori, che ci ringraziano per la qualità del prodotto facendoci i complimenti
per creare un articolo completamente prodotto in Italia.
8/ Chi cura il design delle vostre produzioni ?
Per quanto riguarda il design valutiamo una nuova realizzazione su suggerimento dei nostri collaboratori, raccogliendo le informazioni necessarie anche attraverso i negozi. Successivamente
avvalendomi del supporto di un consulente esterno, in combinazione con il nostro know-how interno, procediamo alla fase di modelleria e prototipazione. Fino alla realizzazione artigianale della
calzatura che avviene completamente in azienda.
9/ Come avviene la presentazione del prodotto e la contrattazione?
I clienti vengono presso la nostra azienda e mia figlia, con i collaboratori commerciali, si occupa della presentazione del prodotto e dei contratti di acquisto. Il cliente e l’azienda decidono la
linea da seguire in comune accordo e si inizia la collaborazione che in molti casi può durare diversi anni. Talvolta è l’azienda che va a far visita al cliente, al fine di consolidare il rapporto
commerciale.
10/ Che consiglio può dare ai giovani nel mondo del lavoro di oggi?
Mettetevi in gioco con passione e tenacia. Ultimamente ho la sensazione che si siano persi alcuni valori basilari del lavoro, quali l’orgoglio nell’imparare una professione e la tenacia nel
riuscirci. Ci vuole competenza e curiosità, soprattutto in un periodo in cui imperversa la crisi.
Silvia Trevisan
Editor Economia Marca Trevigiana
Bimestrale CCIAA Treviso