Promo - pubblicata il 29 Luglio 2015
Nel secondo numero del 2015 di Economia della Marca Trevigiana abbiamo il piacere di intervistare il dott.ssa Katia R, nata a Treviso, che ora vive e lavora a nel Bahrein
1/ Buongiorno dottoressa Katia, ci può raccontare il suo percorso di studi e lavoro?
Ho fatto il liceo linguistico al “Duca degli Abruzzi” a Treviso e ho studiato inglese, francese e spagnolo. Poi all’Università di Venezia ho studiato ‘lingue e scienze del linguaggio’ con
indirizzo per i disturbi del linguaggio scelto all’ultimo anno tra 3 diversi indirizzi.
Ho subito lavorato perché quando ero in dirittura d’arrivo del percorso universitario avevo già inviato molti curricula. A marzo ho lavorato come assistente di volo a Milano per una compagnia per
voli a lungo raggio. Ho lavorato per otto mesi sino ad ottenere la certificazione. Quando si parte da zero é obbligatorio svolgere e seguire i corsi di teoria e pratica, poi si continua con il
tirocinio in volo e poi, tramite l’ENAC, si é certificati ed iscritti all’albo.
A Milano ho lavorato solo per conseguire la certificazione.
Nel mese successivo ho lavorato per tre anni e mezzo in una compagnia di volo veneta che purtroppo é fallita nel 2009.
Ho fatto la commessa prima da Fendi e poi da Bulgari.
Ho trovato lavoro come assistente di volo per 4 mesi. Sono stata chiamata da Alitalia dove ho fatto un paio di contratti brevi. Dopo questi contratti brevi sono rimasta a casa per un anno e mezzo!
Non sono una che si tira indietro, qualunque lavoro andava bene per me, ma accadeva che a volte il mio Curriculum Vitae fosse troppo qualificato, altre volte non mi prendevano neppure in
considerazione.
2/Qual è stato il suo percorso professionale che l’ha portata all’estero?
É arrivata un’opportunità, ma in realtà é un’opportunità che ho individuato nel web. Cercavo nei siti delle agenzie di lavoro o direttamente nei siti aziendali o siti con posizioni aperte come
per esempio in un sito per piloti ed assistenti di volo. Ho dunque inviato il mio CV tramite una piattaforma web per alcune posizioni lavorative aperte. Non sapevo neppure in che paese fosse
l’offerta.
Mi hanno chiamata ed ho saputo che era per lo stato del Bahrein. Ho deciso di investire in vitto alloggio e viaggio aereo. A soli cinque giorni dal colloquio, mi hanno dato parere positivo e tre
settimane dopo mi sono trasferita nel Bahrein.
3/Non credo sia stata una scelta facile. Con quale spirito ha lasciato l’Italia?
Sono partita con coraggio e determinazione, devo dire che mi sorprendo anch’io perché non sapevo bene che tipo di ambiente lavorativo fosse e in più ero l’unica italiana. Dovevo relazionarmi con
una cultura diversa e dovevo parlare solo in inglese.
Ma non avevo alternative in Italia pertanto non ci ho pensato molto, spinta da una situazione che si era manifestata poco rosea per trovare lavoro.
4/ Può dire ai nostri lettori come ha cercato lavoro?
Inviando il Curriculum Vitae via mail e consultando siti per la ricerca del lavoro. Sono molto utili per sapere se ci sono posizioni lavorative aperte. Inserisci i parametri e risultano liste di
imprese e così scopri aziende che neppure conoscevi. Questi siti raggruppano tutte le offerte e offrono una visione molto ampia. In ogni caso dipende dalla situazione individuale di ciascuno.
5/Cosa significa cercare lavoro all’estero?
A volte può apparire come un ripiego perché noi italiani in genere siamo molto legati all’Italia. Io stavo bene in Italia però quando sei fuori dal mercato del lavoro e hai 31 anni come me, ti
rendi conto quanto sia importante, per avere nuove opportunità, arricchire le proprie competenze e relazionarsi con culture e lingue diverse. In ogni caso ricercare lavoro all’estero richiede ed
offre una maggiore apertura mentale. Se il lavoro lo hai già trovato dipende da che esperienza stai svolgendo. Per quanto mi riguarda la mia é un’esperienza lavorativa molto importante.
6/Ha riscontrato degli stereotipi o ha trovato una cultura inaspettata?
Sì alcuni stereotipi possono trovare conferma, ma la situazione nel Bahrein é diversa. Qui si vive molto bene. C’é una cultura molto aperta benché il Bahrein sia un’isola molto piccola rispetto
al Dubai. C’è una cultura diversa dalla nostra europea, ma é molto accogliente e posso dire per esperienza che nel Bahrein la popolazione lo é ancora di più.
Culturalmente parlando c’è molto rispetto per l’Italia.
Per quanto riguarda la loro cultura se la tengono ben stretta, ma c’è grande disponibilità nei confronti delle altre culture. A Natale, per esempio, vengono affissi le luci e gli addobbi natalizi.
Durante il Ramadan é tutto chiuso.
Per quanto riguarda le donne straniere che risiedono qui, non devono vestire come loro.
7/ Cosa significa lavorare all’estero per una compagnia aerea araba? Ci può raccontare le differenze con le aziende italiane?
Lavoro in una compagnia aerea privata pertanto é difficile fare raffronti con le altre compagnie europee. Ma ripeto questa esperienza mi ha permesso di migliorare la mia personalità e mi ha aiutato
a maturare. La differenza principale con le compagnie italiane è che, al momento, qui in Bahrein ho l’opportunità di avere una continuità lavorativa che in Italia non troverei in alcun settore
attualmente.
Qui non esistono contratti a tempo indeterminato, sono contratti rinnovabili annualmente in conseguenza ad una valutazione reciproca dell’azienda e del dipendente, ma se fai il tuo lavoro con
impegno è scontato che ti venga rinnovato il contratto. In Italia invece ho lottato per anni per trovare un’ offerta di lavoro che magari era solo di qualche mese e poi panico perché non sapevi se
il contratto sarebbe stato rinnovato o meno.
Altra piccola differenza è che qui valorizzano e gratificano il tuo impegno, la tua dedizione e il tuo lavoro.
Io per esempio sono stata una delle poche persone che ha ricevuto una lettera di ringraziamento per il mio costante impegno nel lavoro. Hanno evidenziato il fatto che non ho mai effettuato assenze
per malattia o altro. Queste lettere sono poi registrare nel “fascicolo persona” di ognuno e hanno valore per eventuali promozioni.
Io dopo solo un anno e mezzo sono già stata scelta con alcune colleghe per un piccolo salto di carriera.
8/Ci sono delle competenze inedite che il mercato richiede e che può consigliare ai nostri lettori?
Nella mia realtà non c’è molta differenza rispetto al passato. Per esempio nelle compagnie aeree sono impiegati gli ingegneri di volo e di terra, ma ogni compagnia aerea gestisce il rapporto con
questo profilo professionale. Per esempio per le compagnie aeree per cui ho lavoravo non c’erano a bordo gli ingegneri, erano solo in ufficio mentre qui salgono a bordo e seguono le fasi di
decollo e di atterraggio.
Per quanto riguarda il turismo e i profili professionali legati ad esso, c’è bisogno di molte competenze.
Ho notato, abitando qui che davo sempre per scontata la “ricchezza” dell’Italia, ma ho capito che non si trova facilmente in giro per il mondo. Qui ad esempio valorizzano molto quello che hanno,
lo enfatizzano addirittura, mentre noi lo diamo per ovvio. Quindi c’è bisogno di nuove figure professionali che sappiano comunicare la nostra realtà e promuoverla con una nuova prospettiva e nuovi
mezzi.
Qui nel Bahrein il museo nazionale é più piccolo dei nostri. É realizzato in maniera tale che ti aiuti a capire la loro cultura. E’ un piccolo museo gioiello e il biglietto é irrisorio. In Italia
trovo che i prezzi siano eccessivamente alti e che ci sia poca cura delle strutture. Qui al museo, così come alla moschea, tutto é tenuto benissimo. Le guide fanno fare il giro turistico
gratuitamente, gli opuscoli sono studiati per spiegare la loro cultura. Quando ho ringraziato la guida alla quale volevo riconoscere il tempo dedicato con una mancia, la guida mi ha risposto –
Il mio tempo é un regalo per voi-.
9/ Ci sono imprenditori che hanno un’attività nel Bahrein?
Ci sono imprenditori italiani che lavorano qui. Ci sono due tipi di visto: il visto turistico per il quale noi italiani non abbiamo bisogno di fare richiesta anticipatamente. Si paga e si ottiene
direttamente in aeroporto all’arrivo in Bahrein ed ha una durata di 3 mesi. C’è inoltre il visto di lavoro per cui è necessario fare richiesta anticipatamente ed è obbligatorio avere un’azienda
che ti ‘sponsorizzi’ quindi che lo richiede per te ed ha una durata variabile, dipende dal tipo di lavoro e di contratto che andrai a svolgere per l’azienda .
10/Che consigli può dare ai giovani che stanno scegliendo il proprio percorso di studi e di lavoro?
Posso dire con certezza di scegliere ciò che piace. Non c’è peggior cosa che scegliere un percorso che non piaccia solo per un’eventuale occasione che magari poi non si avvererà neppure. Con
questa prospettiva sarebbe difficile studiare e superare i sacrifici richiesti dall’impegno universitario.
11/ Ritiene che lavorare all’estero sia importante per accrescere il proprio curriculum professionale?
Se c’è possibilità di fare esperienza all’estero é bene farla. Per quanto riguarda la richiesta della conoscenza delle lingue é cambiata.
Ad oggi ci sono posizioni aperte per cinese, russo, arabo, tedesco e giapponese.
12/ Come considera l’università italiana?
Per quanto riguarda l’università Cá Foscari che ho frequentato, posso dire che é un’ottima università, ma si può fare di più. Il mio inglese era disastroso quello che ho studiato é molto diverso
dalla realtà. In un mese ho esercitato il mio inglese e ho imparato molto di più che in 3 anni di corso universitario. Per quanto concerne lo studio delle lingue in Italia siamo meno preparati che
in altri paesi europei per esempio la Romania.
La redazione di Economia della Marca Trevigiana ringrazia la dott.ssa Katia, per la cortese disponibilità all’intervista e per aver condiviso con il territorio la sua esperienza di lavoro
all’estero.
Ci congratuliamo per la determinazione e per i risultati raggiunti
Per contattare la dott.ssa Katia R
kappaerre82@gmail.com
Silvia Trevisan
Editor Economia Marca trevigiana
Bimestrale CCIAA Treviso