Olimpiadi 2026 e sviluppo sostenibile

A cura di di Renato Chahinian


Economia - pubblicata il 28 Ottobre 2022


https://www.trevisobellunosystem.com/tvsys/img/notizie/dott-chahinian.jpg
Premessa
Le Olimpiadi, come tutti i grandi eventi, se, da un lato, vengono considerate da tutti come favorevole occasione di guadagni e di sviluppo economico nel breve termine per i territori interessati,
dall’altro sono spesso osservati con timore ed atteggiamenti contrari da chi sostiene l’importanza degli aspetti ambientali e dell’impatto economico di lungo termine. Ciò è particolarmente evidente
per i Giochi olimpici invernali, i quali richiedono opere ed infrastrutture maggiori e che vanno situate in ambienti particolarmente sensibili come quelli della montagna.
Meno sottolineati sono invece gli aspetti sociali (se non quelli legati alla diffusione ed universalità delle pratiche sportive) ed ancor meno viene evidenziata la tridimensionalità dello sviluppo
sostenibile, che deve comprendere contemporaneamente una crescita economica, una diffusione delle relazioni e dei valori sociali ed un miglioramento delle condizioni ambientali.
La Giornata Olimpica e Paralimpica a Treviso
Presso la Camera di commercio a Treviso si è tenuta il 17 settembre la Giornata Olimpica e Paralimpica, nella quale illustri e competenti relatori hanno trattato i principali temi relativi alle
Olimpiadi di Milano – Cortina in programma per il 2026 e sono stati messi in luce pure i principali aspetti anche di sviluppo sostenibile di questo importante evento.
Oltre agli aspetti economici e sociali che coinvolgeranno soprattutto i giovani, le imprese e le istituzioni, sono state evidenziate da Fausto Narducci, giornalista esperto in tematiche sportive,
pure valutazioni di sostenibilità ambientale e sociale.
Il relatore ha svolto un’interessante presentazione degli aspetti positivi delle Olimpiadi in progetto anche da quest’ultimo punto di vista. Per riassumere brevemente i punti salienti
dell’intervento, si possono citare le seguenti considerazioni:

i Giochi di Milano – Cortina seguono le tre edizioni olimpiche italiane di Cortina (1956), Roma (1960) e Torino (2016), ma avvengono in un periodo storico
particolarmente delicato del contesto mondiale (pandemia, guerra, crisi energetica);

si tratterà, comunque, di un evento molto diffuso territorialmente e che coinvolgerà più ampi settori dell’economia e valori dello sport;

l’obiettivo degli organizzatori è quello di realizzare opere e manifestazioni completamente sostenibili, sia sotto l’aspetto ambientale che in quello sociale,
costruendo infrastrutture adatte alle esigenze del territorio e multifunzionali per un utilizzo anche postumo delle medesime;

la globalizzazione dei Giochi contribuirà pure alla valorizzazione dei territori interessati ad un livello internazionale, ma con una diffusione dei benefici
nel complessivo sistema italiano e per lungo tempo, nonostante le prospettive di crisi a livello planetario;

con la tecnologia e la digitalizzazione sarà possibile rendere partecipe all’evento praticamente tutta la popolazione mondiale;

l’impiantistica sarà limitata alle opere essenziali e la sua utilità sarà garantita da idonei utilizzi futuri (d’altro canto, anche alcune installazioni
relative all’edizione del 1956 sono ancora funzionanti);

le opere innovative per Milano e Cortina non interesseranno soltanto quei territori, ma anche tante zone limitrofe e soprattutto susciteranno un rinnovato interesse per la montagna, da tempo
dimenticata e soltanto recentemente ripresa in considerazione da un turismo più attento ai valori ambientali.

 
Lo sviluppo sostenibile della prossima Olimpiade
Se effettivamente quanto programmato potrà essere realizzato con efficienza ed efficacia, tutti i vantaggi sommariamente descritti saranno conseguiti e realmente si creerà uno sviluppo sostenibile
di notevole spessore. In generale, la maggiore attenzione agli effetti d’impatto presente in questa edizione (e non abbastanza curata nelle precedenti) permetterà un allargamento del beneficio
complessivo ed il massimo contenimento di qualche impatto negativo.
Le principali caratteristiche di questa nuova strategia riguardano soprattutto:
a)
una visione di medio – lungo termine dell’evento;
b)
un’estensione dei territori coinvolti;
c)
un ampliamento dei settori economici interessati;
d)
un contenimento dell’impatto ambientale.
Il primo punto si concretizza principalmente nella durata delle infrastrutture e degli impianti relativi. La possibilità di un loro utilizzo fino alla loro completa obsolescenza (e non per il
ristretto periodo dei Giochi) permette il conseguimento di un risultato socio-economico notevole e duraturo ed, inoltre, una diluizione dei costi ammortizzabili in molti anni. Tale beneficio si
riverbera su tutti gli altri aspetti citati, che possono manifestare i loro vantaggi ugualmente per un tempo molto esteso (almeno un decennio, ma talvolta anche di più).
I più vasti territori coinvolti creano pure un valore prospettico molto elevato. Se i centri di Milano e Cortina sono certamente aree molto sviluppate ed attrattive che, con questo evento,
aumenteranno ulteriormente la crescita e la notorietà a livello mondiale, la diffusione nel territorio di molte attività complementari e connesse permetterà la valorizzazione di aree periferiche
meno sviluppate od addirittura in difficoltà, che ancora esistono in varie zone montane del bellunese, pur ricche di attrazioni naturalistiche e culturali. Questo è forse uno degli elementi di
sviluppo più rilevanti, se opportunamente programmato ed attuato. Più in generale, sfruttando le opportunità di nuove attività reali e di comunicazione globale indotti dalle Olimpiadi, si possono
creare nuove favorevoli occasioni per conseguire l’autosufficienza da parte di aree montane, oggi spesso trascurate ed impoverite da una politica passata di emarginazione e di esclusione (pure in
località con molte potenzialità inattuate).
Parallelamente all’estensione territoriale, è altrettanto rilevante quella settoriale. Le attività interessate sono numerosissime e diversificate. Si va dall’industria delle costruzioni, alla
fornitura di beni e servizi per i Giochi, a tutti i consumi indotti (commercio e turismo) anche tipicamente locali, alle attività più avanzate (tecnologiche, digitali, di marketing e così via). In
considerazione della globalizzazione, anche attività geograficamente molto lontane potranno beneficiare di una simile opportunità aggiuntiva, ma una consistente quota del PIL generato andrà alle
imprese locali di ogni dimensione (dalle micro alle più grandi). A tale proposito, oltre ai beni e servizi direttamente acquistabili sul posto (come prodotti locali, servizi turistici ed altro),
giova segnalare una produzione direttamente coinvolta nell’evento, cioè quella della calzatura sportiva, la quale è concentrata nel famoso distretto industriale di Montebelluna. Tale realtà, che
rappresentava uno dei primi distretti a livello nazionale ed un’eccellenza a livello mondiale, si era andata ridimensionando con l’avvento della globalizzazione, ma ora sta riprendendo quota e
dovrebbe sfruttare al massimo l’occasione presentata dalle Olimpiadi invernali, tenendo conto che una delle produzioni maggiori del distretto è proprio quella degli scarponi da sci.
Un ultimo cenno riguarda l’ambiente, con un’osservazione preliminare ancora molto osteggiata, ma che si va progressivamente affermando. Il paesaggio da tutelare non è soltanto quello esclusivamente
naturale, ma anche quello ove la natura si accompagna “armonicamente” con le opere dell’uomo. Ciò è particolarmente vero proprio nel territorio veneto, ove esistono, da un lato il Patrimonio
dell’umanità dell’Unesco relativo ad un paesaggio naturale (le Dolomiti), dall’altro un altro Patrimonio riconosciuto ad un paesaggio umano (le colline del Prosecco). Questo fatto significa che non
necessariamente ogni opera dell’uomo deturpa il paesaggio e quindi ogni nuova infrastruttura utile al miglioramento socio-economico, se opportunamente realizzata in armonia con un ambiente
naturale, può arricchirlo e non deturparlo. D’altro canto, ognuno di noi può ammirare con piacere non soltanto un luogo naturale desertico, ma pure un insediamento umano che si inserisce in un
caratteristico ambiente naturale (basti pensare ai numerosi e bellissimi borghi d’Italia). Quindi, oltre che le dovute attenzioni per non alimentare il cambiamento climatico e per non ridurre la
biodiversità, occorre avere una particolare cura nella realizzazione di nuove opere che possono modificare il paesaggio, ma non necessariamente in peggio.
Se effettivamente riusciremo a tener conto di tutto ciò, le Olimpiadi si riveleranno un eccezionale volàno di sviluppo sostenibile nella sua tridimensionalità economica, sociale ed ambientale.
Dott. Renato Chahinian

Corsi e convegni

Economia

Economic Report

Eventi

News Europa

Promo

Sport